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Lavori Consiglio: Composizione della Giunta, aperture domenicali, geoblocking

Discusse e approvate tre proposte della SVP. La sessione di lavori di maggio è conclusa (domani non ci sarà seduta).

Inaugurando il tempo a disposizione della maggioranza, la SVP ha proposto oggi la mozione n. 66/19: Informare sulla composizione della Giunta, provinciale e regionale, con cui evidenziava che la composizione della Giunta provinciale di Bolzano è stabilita dallo Statuto di autonomia, il quale prevede che nella distribuzione delle cariche ai gruppi linguistici italiano e tedesco ci si debba adeguare alla loro rappresentanza in Consiglio provinciale, con la possibilità di rappresentare il gruppo linguistico ladino indipendentemente dalla sua rappresentanza in Consiglio. Anche il numero dei componenti della Giunta regionale è stabilito partendo dalla consistenza dei gruppi linguistici e nel rispetto di una quota di genere. Sulla base di questi criteri sono poi assegnate le singole cariche, ma prima di arrivare a dette nomine sono in genere necessarie trattative che consentono un certo margine d'azione a livello politico. Le elezioni regionali e provinciali si sono svolte il 21 ottobre 201 e la Giunta regionale è stata eletta quattro mesi dopo: il tempo necessario per giungere alla sua formazione è stato più o meno quello impiegato nelle passate legislature, ma le incertezze giuridiche dovute a una insufficiente trasparenza delle normative da applicare hanno portato a ritardi incomprensibili per le cittadine e i cittadini, a cui bisogna spiegare chiaramente come si compongono questi organi. Per questo, si intendeva incaricare la Giunta provinciale (1) di fare in modo che immediatamente, e al più tardi dieci giorni dopo le prossime elezioni provinciali, l'amministrazione provinciale pubblicasse sul suo sito internet in un linguaggio semplice la composizione della Giunta provinciale, numericamente variabile e così come prevista per legge, sulla base della consistenza dei gruppi linguistici e nel rispetto di quanto stabilito per l'equilibrio di genere in un modo che sia chiaro e comprensibile per la cittadinanza, anche con l'ausilio di una tabella, indicando nelle righe il numero possibile di componenti della Giunta e nelle colonne i/le componenti per gruppo linguistico e per genere – fatta salva l'eleggibilità di tutti i consiglieri provinciali e tutte le consigliere provinciali e (2) di nominare in Consiglio provinciale una o un responsabile del procedimento. Anche in occasione della formazione delle commissioni legislative, è stato detto, c’è stato confronto sulla composizione in base alle varie proporzioni; se giá all’inizio delle trattative fosse disponibile una tabella delle composizioni sarebbe positivo.

L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia ha chiesto di fare esplicitamente riferimento al caso da cui è nata la proposta, che andrebbe quindi presentata in Regione, più che in Consiglio provinciale. Ha aggiunto che i cittadini si devono anche un po’ applicare, non vanno imboccati del tutto; in ogni caso, chi ha sempre qualcosa da dire lo farà anche se si pubblicano queste informazioni su una website. Ha chiesto di fare riferimento anche alla possibile chiamata esterna degli assessori
La Giunta ha replicato che gli esecutivi devono rispecchiare la consistenza dei gruppi linguistici, anche nel caso di membri esterni. Il caso è in effetti nato in Consiglio regionale, ma va bene intervenire anche a livello di Consiglio provinciale, per informare i cittadini: è vero che ci saranno comunque critiche, ma perché non farlo.
Il Team Köllensperger ha chiarito che è necessario impegnarsi a livello di comunicazione per non dare l’impressione che l’allungamento dei tempi sia dovuto al mercanteggiamento dei posti.
I Freiheitlichen hanno ribadito che lo Statuto di Autonomia e le quote sono chiare, anche relativamente alla vicepresidenza alla minoranza, ma la sensazione, discutendo questa mozione, è che si voglia mettere delle toppe.
La Süd-Tiroler Freiheit ha chiarito che solo dopo il giuramento si è titolari della carica, e chiesto se effettivamente possibile procedere già prima dell’insediamento del nuovo Consiglio.
Il Gruppo Verde ha sottolineato che in 70 anni di Landtag questo non è mai stato necessario: le tabelle ci sono sempre state, ma le facevano i segretari generali, e soprattutto le faceva proprio il partito di maggioranza: se questa volta le ha sbagliate, vuol dire che non funzionano i partiti. La mozione veniva appoggiata, ma era una dimostrazione di debolezza del partito.
La Giunta ha replicato che si trattava di informare i cittadini, subito dopo le elezioni, delle opzioni possibili, aggiungendo la nota che la composizione del Consiglio provinciale può ancora subire variazioni, fino al giuramento. Nella definizione degli organi bisogna rispettare certi requisiti, tra cui la composizione dei gruppi linguistici, ma per taluni si tratta subito di spartizione dei posti. In ogni caso, per la composizione della GIunta provinciale è stata impiegata solo una settimana in piú della media. La SVP ha ribadito che si tratta di informare i cittadini, e che è chiaro che ci possono essere delle modifiche, e le tabelle saranno modificate di conseguenza, contribuendo alla trasparenza. La mozione è quindi stata approvata con 20 sì, 1 no e 9 astensioni.

Sempre la SVP ha presentato la mozione n. 74/19: Aperture domenicali e festive, che poneva l’accento sulle aperture domenicali e festive, che dividono il settore del commercio: i centri commerciali e i grandi esercizi al dettaglio non vogliono rinunciare all'apertura domenicale, e se il punto vendita non è aperto, si compra più online; ma per i piccoli negozi, per lo più a gestione familiare, la pressione è tanta, ed essi non reggono la concorrenza dei grandi esercizi. Molti consumatori apprezzano la possibilità di fare acquisti la domenica, molti altri vorrebbero che la domenica tornasse ad essere un giorno di riposo da trascorrere in famiglia. I vantaggi economici della liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi dovuta al decreto Monti sono stati minimi: il fatturato degli esercizi commerciali è rimasto pressoché invariato, con l'unica differenza che si ripartisce su sette giorni settimanali invece che su sei; nel settore della grande distribuzione sono stati sì creati nuovi posti di lavoro, ma in quello dei piccoli esercizi e dei negozi a conduzione familiare ne sono andati persi altrettanti, le condizioni di lavoro nel settore del commercio al dettaglio sono peggiorate soprattutto a scapito delle donne e delle madri. Le Province autonome di Bolzano e di Trento si sono quindi adoperate per poter regolamentare in prima persona gli orari di apertura: si vorrebbe poter decidere autonomamente quando e dove permettere ai negozi di restare aperti la domenica e nei giorni festivi; ciò è possibile varando una norma di attuazione dello Statuto di autonomia che trasferisca tale competenza alla provincia. Il 12 maggio 2015 la suddetta norma di attuazione è stata approvata dalla commissione dei Dodici, ma da allora non è stata ancora discussa dal Consiglio dei ministri. Pertanto si incaricava la Giunta di adoperarsi affinché nel disegno di legge del Governo in materia di aperture domenicali e festive fosse previsto il passaggio della relativa competenza alla Provincia di Bolzano; (2) di accelerare il varo della norma di attuazione dello Statuto di autonomia sulle aperture domenicali e festive; (3) di svolgere in Alto Adige, e anche altrove, l'opera di sensibilizzazione necessaria per il raggiungimento dei due suddetti obiettivi.
La Süd-Tiroler Freiheit ha chiesto se era ammissibile la trattazione della mozione, dato che era stato esaminato proprio in questa settimana un disegno di legge sullo stesso tema, e il presidente ha risposto che lo era. Il gruppo ha allora ribadito la sua posizione a favore della mozione, ritenendo che in alcuni settori il lavoro domenicale è opportuno e necessario, ma proprio se si lavora in un settore come quello gastronomico si apprezza l’importanza dei giorni liberi, con la possibilitá di fare una pausa di recupero. In ogni caso una certa domanda esiste, altrimenti i centri commerciali chiuderebbero: forse bisognerebbe fare un passo indietro, rallentare, dedicare più tempo alla famiglia; una società dove si lavora sempre di più non va bene: una volta i negozi avevano una pausa pranzo dalle 12 alle 15, oggi non c’è neanche quella, e predominano le grandi catene.
Il Team Köllensprger ha sottolineato che le aperture domenicali e festive non hanno portato maggiori introiti, mentre sono evidenti gli svantaggi per i dipendenti; nelle grandi catene sono aumentati i posti di lavoro, nei piccoli negozi sono diminuiti, e delle nuove modalità di lavoro soffrono soprattutto le donne. La domenica è diventata sempre più una giornata di consumo, anche se per alcuni dipendenti la flessibilizzazione degli orari è un vantaggio, cosí come per consumatori e turisti. L’Italia dovrebbe trasmettere la relativa competenza alle regioni, allora la Provincia potrebbe rispondere al volere della popolazione. Il gruppo avrebbe approvato la mozione.
Di “paranoica campagna per la chiusura domenicale dei negozi” ha parlato L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia, sottolineando che evidentemente si vuole mandare gli altoatesini a Verona a fare gli acquisti. La Süd-Tiroler Freiheit aveva ragione: la mozione non sarebbe stata ammissibile perché il tema era già stato discusso. Ci sono tante categorie che lavorano il sabato e la domenica, non si capisce perché gli operatori del commercio non debbano farlo. L’Alto Adige è la terra dei suicidi, perché qui ci si annoia e non c’è nulla da fare: è la terra della sonnolenza. Fino a qualche anno fa Bolzano era un mortorio, ora ha una sua vita e dignità. Il commercio offre anche un servizio sociale a chi lavora tutta la settimana e non ha tempo per fare la spesa.
Il Gruppo Verde ha segnalato le difficoltà e lo stress di chi deve lavorare alla domenica, e segnalato che si tratta di decidere se si vuole avere un lavoro qualitativo o un lavoro scadente: in Alto Adige c’è uno dei più alti indici di lavoro nel fine settimana in Europa. Anche Dio, secondo la Bibbia, la domenica ha riposato: una pausa fa bene al corpo, all’anima e allo spirito.
La SVP ha evidenziato che la mozione non riguardava la chiusura domenicale, ma l’assunzione della competenza in merito. Andare nei negozi alla domenica solo per far divertire i bambini non è vera vita famigliare. Il partito ha valori cristiani e sociali, e vale la pena citarli: un giorno di pausa ha valore sociale.Ci si è augurati che la Commisisone dei 6 e dei 12 possa attivarsi quanto prima, lavorando per ottenere questa competenza. Vanno considerate le diverse condizioni ed esigenze dell’area urbana, di quella turistica e delle periferie, così come il fatto che il servizio online è sempre attivo. Una liberalizzazione totale non sarebbe un plusvalore per la società.
Il Movimento 5 Stelle ha sostenuto la mozione, ricordando che il Movimento si è sempre battuto per regolamentare le aperture domenicali, e che è già passato alla camera un disegno di legge che prevede un minimo di domeniche di chiusura. Tra il diritto di andare per negozi la domenica e il diritto di una modalitá di lavoro accettabile per le commesse va fatto prevalere il secondo. ‘è già l’intenzione di dare maggiori deleghe alle regioni, anche a quelle ordinarie.
Il Partito Democratico - Liste civiche ha sottolineato che dai sabati con i negozi chiusi del passato si era ora arrivati all’eccesso. Ha condiviso la mozione, ritenendo giusto che i territori possano decidere come gestire le aperture domenicali, magari anche con un numero limite di aperture, che sarebbe una mediazione. A livello parlamentare il PD ha proposto un fondo di solidarietà per i piccoli esercizi, per venire loro incontro in aree dove ci sono grandi centri commerciali.
Anche i Freiheitlichen hanno sostenuto la mozione, ricordando che una analoga era stata approvata nell’era Durnwalder, ma evidentemente è finita nel cassetto. Hanno evidenziato una frattura tra il gruppo tedesco e quello italiano, il tema viene sentito in modo diverso, nelle cittá ormai si va al fine settimana nei centri commerciali, mentre nel gruppo tedesco sono i giovani a essere contenti delle aperture  nel weekend, anche come opportunità lavorativa. Per la maggior parte delle persone, in ogni caso, la domenica è ancora il giorno in cui si sta insieme. Ottenere la competenza è comunque importante, anche se sarebbe più opportuno chiederla con un voto, piuttosto che con una mozione. Aprire i negozi ogni domenica non è la soluzione migliore, bisogna guardare dove è importante per il turismo, oppure per un piccolo paese di periferia.
La Giunta provinciale ha replicato che sulle aperture domenicali e festive ci sono opinioni diverse, ma la Giunta, considera anche i valori e i diritti dei lavoratori: tuttavia, questa è una posizione unica a livello nazionale, dove comunque si invidia la struttura commerciale che ancora esiste in alto Adige, con negozi di vicinato e aziende famigliari, che si è riusciti a difendere. Con la liberalizzazione non sono aumentati i guadagni, gli acquisti si sono semplicemente distribuiti, e la domenica è diventato il secondo giorno in cui si compra di più. La GIunta è contraria a una liberalizzazione totale, e il disegno di legge ora in Parlamento ha un deficit, perché lascia la libertà di aprire sempre in centro. La volontà è quella di ottenere una norma specifica a livello locale, che è un obiettivo difficilmente raggiungibile, pertanto si punta a una norma di attuazione non appena insediate le paritetiche. La SVP ha replicato che le offerte ricreative esistenti in provincia sono tutt’altro che noiose, anche per i bambini; Grandi città come Innsbruck, Vienna e Monaco si permettono il lusso di tenere chiusi i negozi, alla domenica; una giornata di riposo è importante per rilassarsi e staccare.
La mozione è quindi stata accolta con 31 sì e 1 no. 

È stato quindi trattato il voto n. 6/19: Blocchi geografici, con cui la SVP segnalava che con la risoluzione legislativa del 6 febbraio 2018 il Parlamento europeo aveva approvato la proposta di regolamento recante misure volte a impedire i blocchi geografici e altre forme di discriminazione basate sulla nazionalità, il luogo di residenza o il luogo di stabilimento dei clienti, ovvero il geoblocking, ogni barriera imposta dai siti internet di vendita online basata sulla nazionalità, il luogo di residenza o l'ubicazione temporanea. Questo nuovo regolamento è in vigore dal 3 dicembre 2018, e secondo le nuove regole i commercianti all'interno dell'UE devono garantire ai consumatori in tutta l'Unione le stesse condizioni di accesso a beni e servizi, indipendentemente dal Paese da cui il cliente si collega al sito internet: tuttavia, da esso sono per il momento esclusi i  contenuti tutelati dal diritto d'autore, anche se il Parlamento europeo impegna la Commissione europea a valutare entro due anni la possibilità di estendere il divieto della pratica dei blocchi geografici a contenuti digitali tutelati dal diritto d'autore come ebook, musica o giochi online. Questo è tanto più importante per una minoranza, che ha interesse ad accedere agli stessi servizi garantiti nello Stato confinante, dove si parla la stessa lingua. Pertanto, si sollecitavano Governo e Parlamento (1) a intervenire affinché i servizi audiovisivi forniti tramite mezzi elettronici, che consentono l'accesso e l'utilizzo di opere tutelate dal diritto d'autore come e-book, musica, giochi, software e servizi in streaming, fossero inseriti nell'ambito di applicazione dell'articolo 4 del regolamento (UE) 2018/302, (2) a intervenire per arrivare all'introduzione di una normativa del diritto d'autore uguale per tutta l'UE. In questo modo l'Unione diventerebbe un mercato unico per il diritto d'autore. Questa soluzione porterebbe all'abbattimento delle barriere attualmente esistenti all'interno dell'Unione relativamente alle licenze, consentendo alle minoranze nazionali l'accesso a contenuti mediali con le stesse modalità dei cittadini degli Stati membri, in cui viene offerto il servizio.
Il Team Köllensperger ha sostenuto la mozione, molto importante per l’Alto Adige ma anche per l’intero mercato interno europeo, in ambito di e-commerce e di offerte streaming, e quindi per 500 milioni di europei e tutte le aziende con sede sul territorio UE.
I Freiheitlichen hanno sottolineato l’importanza del superamento del geoblocking non solo per la minoranza, ma per tutti i cittadini UE; hanno fatto però riferimento alla discussione in parlamento sul diritto d’autore con la promozione di un filtro upload, sostenuta anche dall’europarlamentare sudtirolese, che va proprio nella direzione opposta a quanto oggi richiesto. Poiché non è chiaro come verrà applicato il diritto d’autore europeo, non si condivide il punto (2).
La Süd-Tiroler Freiheit ha ritenuto interessante che una settimana prima delle elezioni europee si parli dell’abolizione delle frontiere digitali, che evidentemente esistono. Di fatto, non c’è questa Europa decantata, nemmeno a livello digitale. Situazioni particolari come quella della provincia di Bolzano dovrebbero essere risolte, perché i Sudtirolesi che navigano in Internet navigano nella rete italiana: bisogna abolire le frontiere digitali. Anche STF ha chiesto la votazione separata dei due punti, sussistendo dubbi sul diritto d’autore.
La SVP ha chiarito che si tratta di certezze del diritto per imprese e privati, particolarmente interessante per l’area turistica. La proposta porta nuovi posti di lavoro e nuove opportunità.
Il Gruppo Verde ha chiarito che l’Europa senza confini è in gran parte ancora un progetto, e c’è chi lavora per questo e chi invece chi li vuole. Per esempio, sul diritto d’asilo non esiste una soluzione Europea. Ogni piccolo passo per smontare i confini artificiali è importante, e questo vale per i diritti e i doveri, stante il fatto che per merci e capitali ci sono meno problemi. la mozione va nella direzione giusta.
La Giunta provinciale ha chiarito che il tema è importante e lo diventerà sempre di più. La Giunta provinciale è a favorevole della mozione, e più volte a livello europeo si è lavorato in questa direzione, anche tramite l’europarlamentare sudtirolese. A volte prevalgono gli interessi degli Stati nazionali, ma questo rende perdenti: ci vuole uno scambio di mentalità e più coraggio. La SVP ha sottolineato che anche in merito al diritto d’autore c’è potenziale per una minoranza, basti pensare al lungo ritardo con cui i film tedeschi possono essere oggi trasmessi in Alto Adige; sarebbe bello anche poter navigare mentre si è in viaggio. La mozione è stata votata per parti separate e approvata: le premesse all’unanimità (23 sì), il punto (1) con 29 sì e 2 astensioni, il punto (2) con 27 sì e 2 astensioni. 

La sessione di sedute di maggio è conclusa. Domani non ci sarà seduta.

 

 

MC

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