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Lavori Consiglio: Disciplina degli organismi di garanzia

Conclusa la discussione generale del dlp 53/20, Disciplina degli organismi di garanzia insediati presso il Consiglio provinciale. Domani mattina l’esame articolato.

È stato avviato nel pomeriggio di oggi l’esame del disegno di legge provinciale n. 53/20: Disciplina degli organismi di garanzia insediati presso il Consiglio provinciale (presentato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale).
Il primo firmatario ha spiegato che si tratta di un disegno di legge che unisce 5 leggi esistenti riguardanti gli organi di garanzia insediati presso il Consiglio provinciale. la rielaborazione è stata necessaria per unire le norme in un unico testo, rielaborare la normativa vigente in base alle modifiche delle varie competenze, l’armonizzazione del trattamento economico degli organismi di garanzia. Questi erano stati coinvolti nell’elaborazione del disegno di legge, ed erano state recepite gran parte delle relative osservazioni, in particolare relativamente alle loro competenze e alla collaborazione tra esse. Vengono armonizzate le procedure di selezione e nomina, portate tutte in Consiglio, le cause di incompatibilità, i limiti di aspettativa, i limiti di trattamento economico.  Viene introdotto il rimborso per formazioni e l'assicurazione di responsabilità civile, nonché previsto un protocollo d’intesa per la collaborazione tra le diverse Autorità. Viene insediato preso la Difesa civica il Centro di tutela contro le discriminazioni. Il Comitato comunicazioni in futuro potrà anche agire in caso di contenuti perseguibili penalmente.
Il Team K ha riferito che si era riusciti in un’operazione di armonizzazione, nonché nella formulazione chiara dei relativi compiti; si era lavorato con intensità e collegialità alla proposta. lasciava però insoddisfatti il fatto che non fossero state previste competenze specifiche per chi avrebbe avuto la responsabilità del Centro tutela contro le discriminazioni, che dovrebbe avere una determinata competenza giuridico-sociale, nonché essere un organismo autonomo con dotazione propria. Inoltre, non è condivisibile la diversa retribuzione della Difesa civica e la limitazione dei mandati per 15 anni totali. negli ultimi anni c’è stata una rivalutazione di queste figure ed è aumentata la loro conoscenza da parte della cittadinanza.
La Süd-Tiroler Freiheit ha fatto riferimento al processo di formazione della legge, con l’audizione degli organi coinvolti. La norma permette un’unificazione dei regolamenti, e prevede anche un’assicurazione pensionistica. Inizialmente si era pensato anche a dare alla Difesa civica la competenza di difesa dell’ambiente, ma di questo non c’è traccia nella proposta di legge, nonostante le sospensioni, ed è un peccato. Sicuramente è positivo che venga istituito il centro per la tutela contro le discriminazioni, che aiuterà le persone oggetto di attacchi per le loro caratteristiche diverse. Tuttavia, è un peccato che esso non si occupi anche dei diritti della minoranza etnica. Ci si augura che questo sia cambiato, così come che la copertura pensionistica prevista sia quella corretta.
Anche i Freiheitlichen hanno apprezzato che i diversi organismi di garanzia fossero regolamentati in un’unica legge. Essi hanno sempre più compiti da svolgere, e fanno un ottimo lavoro, spesso il gruppo consiliare invia direttamente a loro i cittadini, che ne sono poi molto soddisfatti. La limitazione dei mandati però non è opportuna, perché limita le possibilità del Consiglio provinciale: se una persona ha svolto un buon lavoro, non c’è motivo per cui non possa venire eletta. I Freiheitlichen si sono detti fin dall’inizio contrari al Centro contro le discriminazioni, positivo è che sia stato insediato preso la Difesa civica: tutti possono essere discriminati, e dei casi si possono occupare i vari organismi già esistenti; positivo è che la commissione abbia accettato alcuni emendamenti in merito. Sulla legge ci si sarebbe astenuti, non come sfiducia alle figure garanti ma proprio per problemi ideologici e i contenuti relativi al Centro antidiscriminazioni. Importante è che esso debba presentare una propria relazione annuale indipendente. Anche il Comitato per gli stranieri avrebbe dovuto riferire in aula, ma questo non è mai accaduto.
Il Gruppo Verde ha ringraziato per la possibilità di partecipare ai lavori in commissione, e per l’ascolto dato alle sue proposte, alcune delle quali erano state ritirate come segno di buona volontà, per farne approvare altre, come tuttavia non era successo. pertanto, esse saranno riproposte. La legge è un onesto riordino di disposizioni formatisi nel tempo in maniera non organica: ora vengono riunite in un solo quadro ben ordinato, grazie anche al contributo fattivo degli organismi ma anche a quello dell’Ufficio Affari legislativi e legali del Consiglio, e in particolare della sua vicedirettrice. La legge è però “solo” una riorganizzazione: si è persa l’occasione di potenziare il sistema di garanzie da inserire nell’ambito del quadro della normativa europea, di quella italiana e di quella austriaca, da cui erano state prese rispettivamente le proposte dei Verdi di un garante dei detenuti e di un garante per l’Ambiente, già attivi in Trentino. La proposta di legge era apparsa in questo senso quasi blindata, mentre erano stati molto più discussi altri aspetti relativi a retribuzione e assicurazione. Il Garante dei detenuti ha lo scopo di garantire il rispetto dei diritti delle persone private della libertà, al fine di favorire il carattere riabilitativo della pena: non era necessario inventare nulla, essendo questa figura già attiva a Trento, quindi non si capisce perché non lo si vuole, perché sarebbe un potere in più dell’Autonomia. Invece non esiste in Italia il garante per l’ambiente, ma il Trentino l’ha inserita come competenza in più della Difesa civica: non si capisce perché non la si voglia anche in Alto Adige. Al presidente del Consiglio vanno i complimenti perché finalmente è riuscito ad attivare la figura del centro antidiscriminazioni, previsto nella legislazione provinciale dal 2014 grazie a un emendamento del Gruppo Verde. La prima discriminazione è quella razzista, perché “le razze non esistono ma esiste il razzismo”. Tale centro esiste in Italia dal 2007, e i centri regionali, con la loro autonomia, fanno parte di una rete. Quanto previsto è un compromesso che non soddisfa pienamente le associazioni, tuttavia è giusto partire, e se la persona responsabile attiverà una rete sul territorio si innescherà un processo positivo che in futuro magari porterà a uno sviluppo. In conclusione, la legge va bene, ma è anche in parte un’occasione persa.
Secondo la SVP non era stato facile elaborare una simile proposta di legge, né trovare un accordo su determinati aspetti. nonostante alcune lacune, il disegno di legge rappresenta un ottimo risultato: Esso colma una lacuna molto grande per quanto riguarda la copertura pensionistica, in particolari per i lavoratori autonomi, ma non è una soluzione soddisfacente, bensì minima. Si cercherà di migliorare questo aspetto, anche con l’aiuto dei parlamentari, affinché sia simile a quello dei dipendenti. Un grazie va a tutti coloro che hanno collaborato, contribuendo a far presentare la proposta in breve tempo, utile a garantire l’indipendenza dei diversi organismi.
Secondo L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia, si tratta di una legge di riforma organica, ma non è solo tecnica, porta anche qualche innovazione, impedendone però altre. Il Centro di tutela contro le discriminazioni ha un nome che rappresenta un concetto a cui certamente non ci si può opporre, tuttavia si tratta di un ufficio che opera sulla base dei parametri indicati dalla legge, e c’è preoccupazione su come i buoni principi possano essere attuati. Dopo una “discussione molto grave” in commissione era stato totalmente modificato il comma 1 dell’art. 20, ciononostante la norma continuava a parlare di comportamenti “ritenuti” discriminatori, il che lasciava spazio alla discrezionalità. Problematico è che fosse previsto il parere vincolante, nella scelta del responsabile, della Consulta composta da rappresentanti di organizzazioni e associazioni impegnate in ambito sociale che, è noto, sono tutte dell’area di sinistra, tanto è vero che le associazioni non di sinistra sono state nemmeno ascoltate in commissione. Stupisce che la SVP stia “al gioco Boldrini”. Era stata proposta una associazione che si occupa di famiglia, e che magari avrebbe potuto opporsi alle discriminazioni della famiglia naturale, ma la commissione ha detto no. Non erano inoltre definiti i criteri di selezione. Si determinava quindi il cortocircuito della totale autoreferenzialità dell’organo, rendendo possibile un processo ai comportamenti e agli sguardi di chiunque sulla base di una valutazione non oggettiva ma esclusivamente soggettiva. L’unico arbitro tutelato a difendere il diritto alla discriminazione è il giudice, ma non è qui prevista alcuna denuncia in sede penale.
Di nuovo il Gruppo Verde ha sostenuto che il Centro antidiscriminazioni è un inizio: anche l’istituto del garante per l’infanzia e l'adolescenza ha cominciato in sordina. La sua collocazione presso la Difesa civica non è ideale, ma è un inizio. La proposta di assegnate alla difesa civica il mandato di tutela per le persone private per qualsiasi motivo della libertà non è stato accolto, purtroppo, nonostante il parere positivo del Consiglio dei Comuni. È positivo che la nomina della Consigliera di paritá passi dalla giunta al Consiglio, tuttavia togliere il diritto di parola al comitato pari opportunità toglie la voce proprio alle donne. Attualmente, questa nomina sarebbe fatta da 26 uomini e 9 donne, e quindi è un passo indietro. In quanto al centro antidiscriminazioni, dovrebbe essere assegnato per concorso: magari nello staff della difesa civica non c’è la persona adatta.
Ancora la Süd-Tiroler Freiheit ha criticato che in base al regolamento del centro tutela discriminazioni sembra che solo una certa discriminazione sia buona, ma così non è: la discriminazione o c’è o non c’è, indipendentemente dalle ideologie politiche, e in questo senso l’Alto Adige nel cuore ha ragione. Perché chi vive qui da sempre non potrebbe denunciare una discriminazione? Se per esempio una persona gestisce un negozio e mette un annuncio per cercare una persona “del posto”, per esempio, questa non è una discriminazione, perché deve essere libera di scegliere: ecco invece che con questo centro un tale comportamento verrebbe messo alla gogna, perché di fatto si lascia allo spettro di sinistra la possibilità di definire cosa è discriminatorio. Come dimostrano i temi delle mozioni discusse in aula, sono molte di più le discriminazioni basate sull’uso della lingua che quelle base sull’orientamento sessuale, e sarebbe opportuno che il centro si occupasse anche di questo.
La SVP ha apprezzato che nella formazione della norma fossero stati coinvolti gli organismi di garanzia stessi; anche in relazione al Centro antidiscriminazioni il confronto era stato molto interessante. Un complimento va all’Ufficio di Presidenza per il chiaro testo elaborato, e sicuramente le varie Garanti e il comitato, che svolgono un lavoro eccezionale, sapranno fare buon uso delle nuove disposizioni. positiva è la nuova modalità di elezione in consiglio provinciale. Si è fatto un buon lavoro, ma tanto lavoro ci sarà anche in futuro, e tanto verrà fatto da chi si occupa di questa tematica e dipenderà dalle nomine che verranno fatte. Era stata presa una decisione al fine di rafforzare i singoli organismi di garanzia, aggiungendo argomenti alle mansioni che essi già svolgono, il che è un plusvalore. I cittadini potranno orientarsi meglio nella scelta dell’organismo a cui rivolgersi, e l’obiettivo è proprio fornire un servizio ai cittadini. Il centro antidiscriminazioni si occuperà anche delle discriminazioni di origine linguistica o politica, va detto però anche che la percezione della discriminazione dipende dalla sensibilità personale, bisogna considerare se c’è la volontà di ferire da parte di chi discrimina. È importante soprattutto fornire un servizio che sia di aiuto a tutti i cittadini, e il centro crescerà con il tempo, non va bombardato con tematiche che non c’entrano solo per metterlo alla prova. Bisogna chiedersi anche quanti organismi si vogliono, o se invece non è opportuno integrare le nuove esigenze negli organismi esistenti, che sono ben coordinati tra di loro, altrimenti si crea confusione tra i cittadini. Tante persone si sentono discriminate o svantaggiate, e sarà importante per gli organi di garanzia capire effettivamente qual è il problema.
Il presidente del Consiglio ha definito il disegno di legge come un compromesso tra le diverse proposte, una via di mezzo: per esempio, è stato detto sì al centro antidiscriminazioni, ma non come organismo a sé stante, bensì insediato preso la Difesa civica. Per quanto riguarda il trattamento economico, si è voluto evitare maggiori spese, cercando però di adeguare i compensi: è stata prevista una riduzione del 20% per la Difesa civica e un aumento del 20% per Garante dei minori e Consigliera di parità. Il Centro Antidiscriminazioni non si occuperà del fatto che un conducente di bus non parlerà il tedesco, ma certamente se qualcuno venisse discriminato per la madrelingua. In quanto alla scelta della Consigliera di paritá, la scelta sarà fatta dal prossimo Consiglio tra una terna di donne. In Austria non è la Difensora civica a occuparsi di questioni ambientali, bensì un organismo a sé stante; in ogni caso se ci sono problemi ambientali dovuti al rapporto con l’amministrazione la Difesa civica può già ora occuparsene.

Di seguito, con 25 sì e 3 astensioni è stato approvato il passaggio alla discussione articolata, che inizierà domani mattina.

MC

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