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Lavori Consiglio: Approvata la legge sugli organismi di garanzia

Via libera con 19 sì, 1 no e 10 astensioni al disegno di legge provinciale l53/20, Disciplina degli organismi di garanzia insediati presso il Consiglio provinciale. Discussione su procedure elettive, compiti della Difesa civica, Centro antidiscriminazioni.

È ripreso questa mattina con la discussione articolata l’esame del disegno di legge provinciale n. 53/20: Disciplina degli organismi di garanzia insediati presso il Consiglio provinciale (presentato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale).

L’articolo 1 definisce finalità e ambito di applicazione della norma, che riguarda DIfesa civica, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Consigliera/e di parità e Comitato provinciale comunicazioni. Il Team K ha chiesto di prevedere un comma per l’istituzione del Centro tutela antidiscriminazioni quale struttura autonoma accanto agli altri 4 organismi di garanzia, in modo che possa lavorare in maniera indipendente senza seguire le direttive della Difesa civica. Il presidente del Consiglio ha spiegato che il Centro, pur essendo insediato presso la Difesa civica, opererà in piena autonomia, e i due emendamenti del TK in questo senso sono stati respinti. L’articolo è stato approvato con  22 sì e 9 astensioni.
L’articolo 2 stabilisce i requisiti dei candidati alla carica di Difensore/a civico/a, Garante per l’infanzia e l’adolescenza e consigliere/a di parità: è stato approvato con 25 sì e 5 astensioni. L’articolo 3 definisce la procedura per l’elezione e la nomina di Difensore/a civico/a, Garante per l’infanzia e l’adolescenza e Consigliere/a di parità. Il Gruppo Verde ha chiesto di prevedere il coinvolgimento della Commissione provinciale pari opportunità nella procedura di selezione del/la Consigliere/a di parità: essa dovrebbe presentare una lista di tre nominativi, tra i quali l’assemblea sceglierà. Non è opportuno che la scelta sia lasciata alla maggioranza degli uomini in Consiglio: dovrebbero essere le donne a essere competenti nella scelta di una Consigliera di parità. Il presidente del Consiglio ha detto ieri che forse nel prossimo Consiglio provinciale ci saranno più donne, ma nelle ultime tre elezioni in realtà sono diminuite. La SVP ha replicato che è giusto che i diritti siano rappresentati dalla persona migliore per farlo, indipendentemente dal sesso. La Süd-Tiroler Freiheit ha ritenuto azzardato ritenere che gli uomini non voterebbero una persona adatta, chiedendosi se in futuro si dovranno assegnare le decisioni su questioni che riguardano gli uomini solo agli uomini, quelle che riguardano i giovani solo ai giovani e così via. non è mai successo in Consiglio e nei vari organi che ci si sia opposti all’elezione di donne nei diversi ruoli, anzi se ne è ben felici, perché esse mancano in politica. Il Team K ha ritenuto opportuno il coinvolgimento della Commissione pari opportunità, che è un organo che va preso sul serio: questa previsione non scardinerebbe certo le procedure democratiche. L’esperienza insegna che è più facile trovare candidate se sono le donne che si impegnano in questo senso, perché spesso non vengono contattate, o vengono coinvolte in modo sbagliato e senza prospettive. Il Gruppo Verde ha invitato a focalizzare la questione: si tratta di dare alla Commissione pari opportunità il potere di fare una prima scrematura, poi sceglierá il Consiglio provinciale. Questo è un meccanismo ben diffuso in tutte le situazioni dove c’è una scelta rispetto a un tema specifico, oltretutto in Consiglio questo meccanismo è spesso previsto quando viene prevista l’indicazione del gruppo linguistico, cui nessuno si oppone: stupisce che  proprio chi, sulla questione gruppi linguistici, sarebbe per misure più severe di “diritto di gruppo”, non riconosca un’analoga necessità sui “diritti delle donne”. Chi dovrebbe avere la prima parola sui diritti delle donne se non esse stesse? Oltretutto, si toglierebbe una responsabilità all’aula, perché la scelta sarebbe in questo caso sicuramente giusta. La Süd-Tiroler Freiheit ha detto che il discorso filerebbe se la Consigliera di parità si occupasse solo dei diritti delle donne, ma così non è: quindi non si può affidare questa scelta esclusivamente alla Commissione pari oportunitá, togliendo anche dei diritti al Consiglio provinciale. Anche un uomo potrebbe avere diritto a ricoprire questa carica: tutti devono avere la stessa opportunità. Il presidente del Consiglio provinciale ha confermato che si vuole dare la possibilità a tutti di accedere alla carica, senza che qualcuno sia escluso a priori. Del resto, per esempio, per il ruolo del/la Garante per l’infanzia e l’adolescenza non è previsto che le associazioni giovanili presentino una lista di candidati/e. Respinto l’emendamento in questo senso del Gruppo verde, e un secondo per inserire anche nella legge sulla parificazione l'assegnazione al Consiglio provinciale della nomina della Consigliera di parità, il Gruppo Verde ha chiarito che il paragone con lo Jugendring non regge, perché non è confrontabile con la Commissione pari opportunità. è vero che l’elezione avvenga a maggioranza dei ⅔, ma i ⅔ si raggiungono anche senza consigliere. La SVP ha fatto riferimento a una serie di incontri con gli organismi di garanzia, per raccogliere le relative proposte: da esse è nato quanto previsto nella legge, anche nell'articolo in questione. Il Team K si è rammaricato che la stessa volontà di trattare tutti gli organi in maniera uguale non valesse per il Centro antidiscriminazione, che non godeva della stessa autonomia degli altri organismi. Il presidente del Consiglio ha replicato che il parere previsto in questo caso non era vincolante. L’articolo è stato approvato con 18 sì e 13 astensioni
Approvato senza discussione l’articolo 4 che definisce la procedura per l’elezione e la nomina dei componenti e della presidenza del Comitato provinciale per le comunicazioni.
L’articolo 5 elenca le cause di incompatibilità. Il Team K  ha chiesto che al momento dell'entrata in carica e in caso di assunzione di nuove attività nell'ambito del volontariato sia obbligatoria la comunicazione al presidente del Consiglio provinciale, con richiesta di autorizzazione. Il presidente del consiglio ha ritenuto che questo non fosse necessario in caso di attivitá di volontariato, non retribuite. Respinto l’emendamento, l’articolo è stato approvato con 24 sì e 8 astensioni.
Approvati senza discussione l’articolo 6 che definisce la procedura per l’accertamento di cause di incompatibilità e inconferibilità e l’articolo 7 che definisce durata in carica, destituzione e disposizioni per la nuova elezione.
L’articolo 8 dispone il limite dei mandati. Il Team K ha chiesto che il limite di tre legislature o 15 anni per i titolari della carica di responsabile di un organismo di garanzia valga anche per la rielezione dopo una pausa o in un altro organo di garanzia, ma la SVP si è opposto a questa possibilità, che sarebbe una limitazione e frenerebbe molti aspiranti. Respinto l’emendamento, l’articolo è stato approvato con 20 sì e 12 astensioni.
Approvato senza discussione l’articolo 9 sull’aspettativa.
L’articolo 10 definisce il trattamento economico. Il Team K ha criticato il trattamento economico diverso dei diversi organi di garanzia, ritenendo opportuna un’armonizzazione. L’articolo è stato approvato con 19 sì e 12 astensioni.
Approvati senza discussione l’articolo 11 che definisce il rimborso spese, l’articolo 12 che  prevede una polizza assicurativa, l’articolo 13 che definisce posizione giuridica e diritto di accesso, l’articolo 14 definisce i rapporti reciproci tra gli organismi di garanzia.
L’articolo 15 definisce compiti e funzioni della Difesa civica. Tre gli emendamenti del Gruppo Verde, che hanno chiesto di introdurre tra le competenze del/la DIfensore/a civico/a anche quella in materia di tutela ambientale, definendone le caratteristiche, e quella di vigilanza sul rispetto dei diritti di coloro che sono privati della libertà, con la possibilità di nominare apposite commissioni che accompagnino nello svolgimento del controllo preventivo del rispetto di tali diritti. La competenza sulla tutela dell’ambiente è già prevista in Tirolo come organismo autonomo, e in Trentino è stata introdotta tra quelle della Difesa civica: sarebbe opportuno introdurla anche in Alto Adige, perché è vero che la Difesa civica si puó occupare di questioni che hanno valenza ambientale, ma in questo modo le si darebbe una competenza ben precisa e ampia, il che è particolarmente importante in un periodo di lotta ai cambiamenti climatici. In quanto ai diritti di chi non vive in completa libertà, come per esempio gli ospiti delle RSA, si tratta di vigilare sul rispetto dei diritti umani in forma preventiva: la stessa Difensora civica ne parla spesso. Nel relativo emendamento era inserita anche la copertura finanziaria. La Süd-Tiroler Freiheit ha apprezzato la proposta relativa alla tutela dell’ambiente: come avviene in Tirolo, però, si potrebbe introdurre una specifica figura a questo dedicata, perché i mezzi della Difesa civica sono limitati.  Ha invece ritenuto poco chiara la questione del controllo preventivo dei diritti umani. I Freiheitlichen hanno sostenuto tutti gli emendamenti, ritenendo importante che queste tematiche fossero inserite nella legge. un organismo per l’ambiente a sé stante sarebbe comunque preferibile. L’attuale Difesa civica si occupa già di questi temi, ma è importante citarli esplicitamente. Il Gruppo Verde ha chiarito che in Austria esistono commissioni che visitano, senza preavviso, strutture dove le persone per vari motivi, per esempio di salute, vengono private della loro libertá, per garantire il rispetto dei diritti umani, per esempio per evitare che le persone vengono sedate al solo scopo di garantire un migliore svolgimento delle attività.  La Süd-Tiroler Freiheit ha aggiunto che la Difensora civica, da lei contattata, sarebbe disposta ad accettare ben volentieri questo ambito. In quanto alle questioni ambientali, esse riguardano anche problemi di traffico, transito, inquinamento, che molto spesso hanno ripercussioni negative sui cittadini. Secondo il presidente del Consiglio provinciale la DIfesa civica ha  l’incarico di rappresentare i cittadini davanti all’amministrazione pubblica, e questo anche in caso di temi ambientali, ampliare questa competenza a difesa civica ambientale sarebbe eccessivo. Respinti gli emendamenti, l’articolo è stato approvato con 20 sì e 11 astensioni.
Approvati senza discussione l’articolo 16 riguardante modalità e procedure presso la Difesa civica, l’articolo 17 che definisce il personale della Difesa civica., l’articolo 18 riguarda la programmazione dell’attività della Difesa civica, l’articolo 19 sulla relativa relazione sull’attività.
L’articolo 20 istituisce il Centro di tutela contro le discriminazioni. La SVP ha proposto di sostituire le parole “fondate sull’identitá e l’orientamento sessuale” con le parole “basate su credenze omobitransfobiche”. Sulla prima definizione, decisa in commissione, erano intervenute l’associazione Centaurus e altre del settore per chiedere di modificarla. L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia ha difeso la prima definizione, ritenendo che bastasse a definire l’ambito specifico della discriminazione in oggetto. Riferendosi alla discussione sull’utero in affitto e l’utilizzo del corpo della donna per comprare bambini, come si dovrebbe definire la categoria che vi si oppone? Potrebbe essere questo ritenuto un esercizio discriminatorio? Il vizio di origine di questa legge è che si costituisca una sorte di tribunale del popolo che interviene con giudizi sommari legati solo ed esclusivamente alla percezione di un eventuale esercizio discriminatorio che sarebbe esercitato dai cittadini che legittimamente esercitano certe posizioni, e l'emendamento dà un’ulteriore patina ideologica alla norma. La pratica di acquisto dei bambini è mostruosa e c’è chi la difende, mentre l’obiezione all’utero in affitto, alla fabbricazione di bambini secondo un progetto eugenetico, potrebbe essere considerato con questa norma un atteggiamento di discriminazione. Andava mantenuto il compromesso trovato in commissione, già sufficientemente ideologico: la norma già di per sé apre la possibilità a un approccio totalmente discrezionale. I Freiheitlichen si sono detti contrari all’emendamento, in quanto andrebbe aggiunta anche la parola “etero”: ci sono tante discriminazioni anche nei confronti delle coppie etero, per esempio quando i partner non sono sposati e questo impedisce di accedere a contributi o all’adozione, o delle coppie con grande differenza d’età. Altrimenti, era migliore la formulazione originaria, che diceva molto di più. La Süd-Tiroler Freiheit ha ritenuto che la nuova formulazione dell’articolo non si focalizzasse sulla vittima ma su chi agiva la discriminazione, con una formulazione quasi attenuata, poiché si parlava di “fobia”. Secondo il Team K effettivamente la parola “fobia” non era adeguata, poiché si trattava di una patologia: bisognava ripristinare la dizione originaria. Il Gruppo Verde ha evidenziato che “omofobia” non è una patologia ma un comportamento, un odio verso le persone omosessuali. La Lega Salvini Alto Adige Südtirol ha espresso perplessità sull’emendamento, in quanto le parole originarie comprendevano qualsiasi tipo di discriminazione, su base etnica, razzista, culturale, religiosa ecc, mentre la nuova formulazione è innanzitutto difficile da interpretare, e anziché aggiungere un punto, ne delegittima un altro. La SVP ha spiegato che secondo l’associazione Centaurus il solo riferimento all’identità sessuale non comprendeva tutto: essi avevano quindi chiesto di aggiungere “orientamento”, che però non era apprezzato dalla Commissione pari opportunità. Entrambi avevano invece condiviso quanto previsto nell’emendamento. Il riferimento a “fobia” è ben specifico. I Freiheitlichen hanno sostenuto che così Centaurus perpetrava una  discriminazione eterosessuale, e proposto di inserire il termine “omobitransfobia” in un comma specifico, ma la presentatrice dell’emendamento ha respinto la proposta. Il Team K ha riferito che nella legge antidiscriminazioni della Germania, riferendo si parlava di “identitá sessuale” e non di fobia.  Approvato l’emendamento con 17 sì, 10 no e 3 astensioni, L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia ha sostenuto che così si aveva una legge ideologica, e condiviso la posizione del Team K sull’uso del termine “fobia”. Si trattava di una scelta fatta sulla base della proposta di associazioni espressione di un solo pensiero. Per spiriti liberali aperti a ogni forma dell'espressione umana, questi dibattiti si trasformavano in un indice puntato contro senza mai ricevere risposte, per esempio alla domanda se la condanna dell’utero in affitto fosse un atteggiamento discriminatorio, anzi omofobico, come accaduto altrove. Coloro che hanno dato il parere su cui ci si basa sono gli stessi che negano “mamma e papà” a favore di “genitore 1 e genitore 2”, coloro che negano l’identità sessuale salvo poi nello stesso tempo condannare i comportamenti contro l’identitá sessuale stessa. La sinistra sostiene quindi il pensiero unico, negando di fatto il pensiero diverso avendo negato la partecipazione di un'associazione che si occupa del profilo della famiglia. Da ora in poi ognuno potrá inventarsi la sua discriminazione, che sarà giudicata da un tribunale con una precisa connotazione ideologica, che caratterizza le associazioni coinvolte, le stesse che esprimeranno al consulta (art.22). L’unico comportamento corretto davanti alle discriminazioni, per questo centro, sarebbe andare a riferire all’autoritá giudiziaria. La Süd-Tiroler Freiheit ha segnalato che questo centro dovrebbe difendere le persone da autentiche discriminazioni, che di fatto esistono, e tra queste dovrebbe essere compresa anche la discriminazione linguistica che nega il diritto all’uso della madrelingua. La STF prsenterá questo tipo di casi al Centro antidiscriminazioni. I Freiheitlichen hanno ribadito l’esistenza di discriminazioni effettive verso coppie eterosessuali, e la necessità di inserire le definizioni in un comma successivo. Problematico è parlare di comportamenti “ritenuti” discriminatori, in quanto nelle leggi non si dovrebbero inserire sensazioni, che non sono valutabili oggettivamente. La Giunta provinciale, chiarito che si tratta non di una proposta della maggioranza bensì di una dell’Ufficio di Presidenza,  ha messo in guardia da interpretazioni ideologiche. Si tratta di dare agli organi di garanzia gli strumenti per lavorare bene e aiutare così la cittadinanza. Non è facile trovare le definizioni giuste, ci vuole anche uno sviluppo della giurisprudenza e dei termini giuridici, è certamente tutto perfettibile, ma l’intento è di eliminare qualsiasi forma di discriminazione, e la relazione accompagnatoria chiarisce meglio. L’animosità va evitata. In quanto alla negazione di usare la propria madrelingua, se questa discriminazione viene introdotta per legge, quando per esempio una legge statale che recepisce quella europea non tiene conto della situazione particolare della provincia di Bolzano, si interviene su un altro livello, con legge o norma di attuazione. Inoltre, per la discriminazione dei diritti legati alla lingua c’è ora un ufficio a sé stante, che si occupa anche di prevenzione, per esempio informando sulla normativa le aziende che ottengono appalti pubblici in Alto Adige.La legge è importante per rendere più giusta la provninia, eventuali  miglioramentisi potranno portare in futuro. La Lega Salvini Alto Adige Südtirol ha sostenuto che l’emendamento SVP aveva fatto uscire il dibattito dallo spirito del disegno di legge, che aveva lo scopo di sostenere gli organismi di garanzia, spostandolo tutto su una specifica questione. L’emendamento era stato comunque approvato e modificava l’articolo 20, pertanto ci si sarebbe astenuti dal voto in merito. L’articolo è stato approvato con 19 sì, 1 no e 11 astensioni.
L’articolo 21 riguarda il/la responsabile del centro tutela contro le discriminazioni. Il Gruppo Verde ha proposto che sia previsto che tale persona avesse competenze specifiche e fosse scelta, tramite concorso e con parere preliminare da parte del Centro tutela stesso, e non nominato dal presidente del Consiglio provinciale. Lo stesso è stato chiesto dal Team K. Il presidente del Consiglio ha spiegato che il testo comprende giá la proposta della Difensora/del Difensore civico, ed è possibile anche la copertura esterna. Potrá cambiare a ogni legislatura. Respinti gli emendamenti, compreso quello del Gruppo Verde che voleva rendere il parere della consulta vincolante, l’articolo è stato approvato con  17 sì, 1 no e 13 astensioni.
Approvati senza discussione, a maggioranza, l’articolo 22 sulla Consulta del Centro tutela contro le discriminazioni, gli articoli da 23 a 27 del CAPO III dedicati alla figura del/la Garante per l’infanzia e l’adolescenza, gli articoli da 28 a 32 del CAPO IV dedicato alla figura del/la Consigliere/a di parità, gli articoli da 33 a 36 dedicati al Comitato provinciale per le comunicazioni, l’articolo 37 con le disposizioni transitorie.
L’articolo 38 contiene abrogazioni di norme. Il Gruppo Verde ha chiesto di non abrogare l’articolo della legge sulla parificazione secondo cui la consigliera di parità è nominata dalla Giunta provinciale da una terna proposta dalla Commissione provinciale pari opportunità, per garantire la relativa partecipazione, ma questo emendamento è stato respinto, e l’articolo approvato con 22 sì e 8 astensioni.
Approvati infine l’articolo 39 con le disposizioni finanziarie (con emendamento soppressivo del comma 2) e l’articolo 40 sull’entrata in vigore della norma.

Nell’ambito delle dichiarazioni di voto, L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia ha invitato a fare una chiara scelta di campo: la riorganizzazione organica delle strutture insediate in Consiglio provinciale era buona e opportuna, tuttavia, facendo  una scelta politica molto forte in merito all’istituzione di un Centro contro le discriminazioni, si faceva contemporaneamente una scelta molto debole prevedendo che esso non dovesse adire all’autorità giudiziaria e affidando a esso un ruolo quasi didattico e morale, con connotazione ideologica grazie all’emendamento approvato oggi: esso superava il principio delle discriminazioni sulla base di idenitá e orientamento sessuale, definendo di fatto le uniche categorie che potevano essere considerate vittime. Chi definisce l’utero in affitto una pratica immorale potrá quindi essere accusato di atteggiamento discriminatorio.  Chi si dirà a favore della legge sarà a favore anche dell’ultima virgola. Si sarebbe quindi votato contro.
Il Gruppo Verde avrebbe invece votato a favore della legge, che aveva fatto qualche passo istituendo finalmente il Centro antidiscriminazioni: deciso giá 9 anni dopo vi si arrivava. Impedire il coinvolgimento della Commissione pari oportunitá nella determinazione della lista di candidate alla carica era invece un passo indietro.
Alto Adige Autonomia ha espresso fiducia verso l’Ufficio di presidenza autore della legge, ritenendo che anche l’emendamento SVP fosse frutto di un lavoro collegato a ragionamenti fatti dallo stesso Ufficio. Non vengono portate avanti le ideologie di altri, bensì quelle del Präsidium, che fa un ragionamento di rispetto nei confronti di tutti gli esseri umani, togliendo spazio al circo mediatico di certe diatribe. Quindi si sarebbe votato sì.
Il Team K si è rallegrato di una legge che armonizzava i vari organismi di garanzia, istituendo anche il Centro tutela contro le discriminazioni: Era però un peccato che questo non potesse lavorare in modo autonomo e indipendente, pertanto ci si sarebbe astenuti.
Il presidente del Consiglio ha ringraziato tutti i consiglieri per la partecipazione e collaborazione, nonché i collaboratori e collaboratrici dell'Ufficio Affari legislativi e legali. Il disegno di legge, posto in votazione, è stato approvato con 19 sì, 1 no e 10 astensioni.

La sessione di lavori di settembre è terminata.

MC

Consiglio - Sessione settembre

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