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Bambini con disabilità ai tempi del Covid-19

In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità (3 dicembre), la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Daniela Höller si pronuncia con riguardo alla tutela dei diritti di bambine, bambini e adolescenti con disabilità, particolarmente colpiti dalla pandemia. “Leghiamoci assieme, nessuno va lasciato indietro: così garantiremo l’inclusione.”

“La diffusione del virus Covid-19 e le misure di limitazione che sono state predisposte hanno colpito tutta la popolazione. Ci sono tuttavia categorie di persone vulnerabili che sono state particolarmente interessate dalla pandemia. Mi riferisco a bambine, bambini e adolescenti con una disabilità,” afferma la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Daniela Höller. Il cambiamento nelle loro vite è stato soprattutto legato alla necessità di proseguire la didattica a distanza. “Per tutti i giovani la scuola non è soltanto un momento di studio e trasmissione di nozioni, ma una palestra per imparare a vivere in una comunità, un momento di socializzazione fondamentale per lo sviluppo. Questo aspetto della partecipazione, dell’incontro e dello scambio con l’altro risulta importante soprattutto per bambine, bambini e adolescenti con una disabilità,” prosegue la Garante. L’apprendimento a distanza durante l’attuale pandemia ha un impatto sui nostri giovani: “Bambine e bambini protetti dalle previsioni della legge 104/1992, che possono contare su percorsi specifici di apprendimento e su risorse ulteriori, rischiano di subire regressioni a discapito delle competenze acquisite in anni di lavoro. Non dimentichiamoci poi che ci sono bambine, bambini e adolescenti con difficoltà di apprendimento che non rientrano nelle specifiche della legge 104/1992, applicandosi per loro la legge 170/2010. Se la legge 104/1992 tutela i diritti di tutti i bambini e le bambine affetti da disabilità fisica, psichica e sensoriale, per esempio alunni con un disturbo nello spettro autistico o con la sindrome di Down, la legge 170/2010 garantisce i diritti di bambine e bambini con un disturbo specifico dell’apprendimento, come alunni con dislessia, disgrafia o discalculia. Prestiamo attenzione però, non tutti i bisogni educativi speciali sono ricompresi in queste specifiche normative: anche alunne e alunni svantaggiati da un punto di vista socio-economico, linguistico o culturale necessitano di considerazione particolare, basti pensare a bambini con background migratorio che solo recentemente si sono trasferiti in Alto Adige e ancora devono imparare le nostre lingue. Anche questi giovani necessitano di essere supportati, e la scuola a distanza rischia di non fare fronte alle loro esigenze,” dichiara Höller.

Particolarmente colpiti dalle misure di contenimento del virus sono stati poi bambini, bambine e adolescenti audiolesi, che con l’obbligo esteso a tutti di indossare una mascherina si sono trovati a non poter più contare su una modalità per loro fondamentale per comprendere e comunicare, ossia la lettura del labiale. “Nella situazione attuale non possiamo non attenerci alle regole relative al distanziamento fisico, all’igienizzazione e alla copertura di naso e bocca, disposizioni che ad oggi, secondo i medici, sono lo strumento migliore per far fronte alla pandemia. Possiamo però individuare la mascherina più adatta per consentire anche a bambine, bambini e adolescenti audiolesi di interagire. Il Consiglio provinciale del vicino Trentino ha recentemente approvato una mozione proprio a questo riguardo: la Provincia fornirà mascherine trasparenti certificate non soltanto alle scuole, ma anche agli uffici pubblici che hanno contatto con il pubblico ed a soggetti con particolari disabilità. Credo si tratti di una misura di grande sensibilità, che dovremmo prendere in considerazione anche in Alto Adige,” afferma la Garante. Durante i mesi primaverili i bambini con disabilità si sono sentiti poco coinvolti. Dobbiamo fare tesoro di questa esperienza negativa, per poterci migliorare. “Mi piace ripensare alla metafora della cordata: creando nelle classi piccoli gruppi allacciati a una stessa corda si rafforza il senso di corresponsabilità tra compagni, per non lasciare indietro nessuno. Essere legati assieme come alpinisti significa che anche nel momento in cui non ci si vede più si percepisce comunque la presenza gli uni degli altri, grazie alla tensione della corda. Compagne e compagni di classe in cordata possono fare in modo che chi è più vulnerabile non resti indietro, possono supportarsi a vicenda, aiutare a distribuire il materiale scolastico agli amici, scambiare qualche chiacchiera e informarsi della salute dei compagni. Così riusciremo a garantire l’inclusione di bambine e bambini con disabilità,” conclude la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Daniela Höller.

Per informazioni e consulenza sui diritti dei minori o su situazioni che li coinvolgono, ci si può rivolgere in maniera gratuita alla Garante per l'infanzia e l'adolescenza. Siamo in via Cavour 23/c a Bolzano, raggiungibili telefonicamente, al nr. 0471 946050, o tramite l'indirizzo e-mail info@garanteinfanzia-adolescenza-bz.org. Sul nostro sito www.garanteinfanzia-adolescenza-bz.org si trovano tutte le informazioni sul nostro servizio.

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