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Lavori Consiglio: Test PCR con gargarismi, allevamento di vitelli, green manager nella PA

Mozioni di Süd-Tiroler Freiheit, Perspektiven Für Südtirol, Movimento 5 Stelle.

È ripresa nel pomeriggio di oggi, in Consiglio provinciale, la trattazione della  mozione n. 519/21: Test PCR mediante gargarismi anche nella provincia di Bolzano (EMENDATA), avviata questa mattina, con cui Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) chiedeva di invitare il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano a deliberare (1) di verificare la possibilità di introdurre in provincia di Bolzano, come nel Land Tirolo, il sistema di facile applicazione dei test PCR mediante gargarismi, ed eventualmente di renderlo disponibile quanto prima; (2) di intervenire, se necessario, presso le sedi statali, per ottenere il riconoscimento del sistema ovvero dei test PCR mediante gargarismi ai fini del green pass o, in alternativa, di partecipare ai test PCR nel Land Tirolo; (3) di condannare  l’attuale frattura sociale e in quanto organo democraticamente eletto da tutta la popolazione di questa provincia si dichiara contrario alle misure di contenimento del coronavirus che portano alla discriminazione, emarginazione, privazione di diritti e umiliazione di gruppi di persone; (4) di dichiararsi contrario all’obbligo vaccinale deciso dal Governo.

Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha ritenuto necessario che Consiglio e Giunta dicessero esattamente cosa vogliono. Già a dicembre, alcuni componenti della Giunta si erano detti a favore di un obbligo vaccinale generalizzato, altri lo volevano per categorie professionali specifiche in aggiunta ai sanitari, ora lo Stato lo introduce per chi ha più di 50 anni: la Giunta deve dare una posizione chiara. Un obbligo vaccinale generalizzato non è opportuno con la variante omicron e i vaccini disponibili ora. In ogni caso, non si può introdurre un obbligo mascherato, come quello attuale: se si vuole un obbligo, che sia chiaro. Ha infine annunciato approvazione della mozione, pur d'accordo con l’appello di Ploner a non dividere ulteriormente la società.
Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol) ha ammesso che le attuali disposizioni sono quasi un obbligo mascherato, e ha chiesto alla Giunta se è ipotizzabile seguire l’esempio della Germania, dove anche chi si è sottoposto a tampone può usare i mezzi pubblici, mentre i giovani fino ai 14 anni sono esenti da tamponi e vaccino. Va considerato che se si introduce l’obbligo vaccinale per i giovani, questi comunque non possono decidere liberamente, ma sono soggetti alla volontà dei genitori, per questo bisognerebbe evitare l'obbligo del 2G sui mezzi pubblici o per la partecipazione a corsi ed eventi associativi.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha chiarito che sulla strategia dei test la discussione si è sviluppata nel corso del tempo, e le disposizioni sono state aggiornate, sulla base del materiale disponibile per i test e della situazione pandemica. Attualmente si discute a livello nazionale  sul fatto di non testare più i contagiati asintomatici, quindi l’approccio è cambiato. Parallelamente, si chiedono maggiori deleghe a regioni e province. La mozione non è al passo coi tempi rispetto alla situazione attuale; a parte il fatto che i test con gargarismi hanno dei limiti, non ci sarebbero le strutture adatte per gestirli. Pertanto, nell’attuale situazione non è una priorità, ma non è detto che sia così per sempre. In quanto alla frattura sociale, questi test non sono misure che vanno a dividere la società: si tratta di regole analoghe  quelle del codice della strada, non è che la società si divida tra chi le rispetta o chi meno. Le regole vengono redatte a livello nazionale sulla base della Costituzione: la società si divide quando si dice “mi faccio il diritto che voglio io”. In quanto alle competenze della Provincia, per quanto riguarda vaccini, medicinali e sanità la decisione è statale, anche se la Provincia ha espresso la propria opinione, ritenendo l’obbligo vaccinale l’ultima ratio per la tutela della popolazione ed evitare il crollo del sistema ospedaliero. Bisogna poi considerare i gruppi a rischio, riferirsi agli over 50 è controverso. Sven Knoll ha ribadito che Amnesty International aveva criticato la misura introdotta dal Governo italiano, chiedendo di permettere anche ai non vaccinati di partecipare alla vita sociale. Si trattava dei diritti fondamentali delle persone, che non sapevano più come vivere, come pagare l’affitto, non potevano partecipare alla vita sociale: nessuna democrazia aveva il diritto di togliere dignità ai propri concittadini, e una minoranza che aveva esperienza di questo non poteva restare indifferente. L’obbligo di vaccino non è una questione di fede, bensì di diritti umani: forse tra 20 anni ci si chiederà come è stato permesso che questo accadesse. Un anno fa si esaltavano gli operatori sanitari, ora gli si estromette dal servizio.
Votata per parti separate, la mozione è stata respinta: le premesse con 7 sì, 20 no e 2 astensioni, il punto (1) con 13 sì, 15 no e 2 astensioni, il (2) con 5 sì, 17 no e 9 astensione, il (3) fino a “frattura sociale” con 13 sì e 17 no, per la restante parte con 5 sì, 25 no e 1 astensione, il punto (4) con 6 sì, 20 no e 5 astensioni.

Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol) ha quindi proposto la mozione n. 521/21: Il nostro latte per i nostri vitelli, con cui evidenziava che in provincia di Bolzano si contano 20.212 piccole e grandi aziende agricole, 8.314 delle quali operano nel settore zootecnico: di esse, 4.500, per lo più a conduzione familiare, producono ogni anno 400 milioni di chilogrammi di latte di alta qualità Il settore dell’allevamento di bestiame, così come quello della produzione del latte, sono spesso al centro di critiche: gli scandali legati ai trasporti di bestiame suscitano sconcerto, così come le grandi gare d’appalto per il latte e altri prodotti reperibili a livello locale, che troppo spesso vengono aggiudicate ad aziende con sede fuori provincia. Poiché la quantità di carne bovina prodotta a livello locale è di gran lunga insufficiente a soddisfare la domanda, con resa totale delle macellazioni di circa 2,56 milioni di chilogrammi a fronte di un fabbisogno annuale, compreso quello del settore alberghiero e della ristorazione, stimato in circa 13,1 milioni di kg, e conseguente potenziale enorme nel campo della produzione di carne bovina, specialmente per quelle aziende che decidono di ritirarsi dalla produzione lattiera, questo ramo di attività potrebbe rappresentare un’eccellente alternativa ed evitare l’abbandono dei pascoli. Infatti, in Tirolo è stato deciso circa un anno fa di introdurre dei nuovi incentivi per l’allevamento di vitelli ingrassati con latte intero. Considerato che l’allevamento del bestiame costituisce una parte significativa dell’agricoltura altoatesina, e che la produzione non solo della carne, ma anche del latte è direttamente collegata all’allevamento dei vitelli, il consigliere proponeva di impegnare la Giunta provinciale (1) a prevedere un contributo per ogni vitello nato, allevato e ingrassato con latte intero in provincia di Bolzano, sull’esempio del Land Tirolo, incaricando gli uffici della Provincia nonché gli esperti e le esperte dell’EURAC di stabilire gli importi dei premi da concedere; (2) a definire d’intesa con gli esperti e le esperte del settore i requisiti per la concessione dei contributi; (3) a promuovere campagne di sensibilizzazione al fine di far conoscere sempre più alla popolazione e ai turisti questo prodotto tipico locale e farne apprezzare il valore aggiunto.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha annunciato sostegno per la mozione, trattandosi di aumentare la qualità della carne offerta e lamentando che spesso in Alto Adige proposte innovative non vengono accolte. Garantendo alta qualità, si possono anche vendere i prodotti a prezzi migliori. Purtroppo, una sua mozione sulla macellazione mobile che andava proprio in questa direzione era stata in passato bocciata, come spesso accade con le proposte del partito sbagliato.
Franz Locher (SVP) ha sostenuto che per il benessere degli animali era già stato fatto molto, ma i consiglieri che venivano dal mondo agricolo si muovevano nell’interesse degli agricoltori. Molte aziende uscivano dalla produzione lattiero-casearia perché la situazione non era più gestibile, passando all’allevamento dei bovini. L’Associazione allevatori animali minuti, come gli agnelli, aveva già intrapreso molto, ben sapendo che il mercato veniva inondato di prodotti stranieri soprattutto in certi periodi, come a Pasqua. Pur essendo favorevole alla sensibilizzazione in merito a quanto proposto, riteneva che fosse necessario, prima di muoversi, capire cosa vuole il mercato. Condivisibile era il punto (3).
Helmut Tauber (SVP) ha evidenziato la qualità dei prodotti altoatesini, e l’efficacia dell’attività IDM in termini di sensibilizzazione sui prodotti locali, tuttavia ora la gente guardava soprattutto al prezzo. Qualcosa era già stato fatto, comprese attività di cooperazione, come per esempio Bioland, o la promozione di filiera corta e sostenibilità. Forse non è necessaria un'ulteriore campagna di sensibilizzazione.
Hanspeter Staffler (Gruppo verde)ha sostenuto che la mozione andava nella direzione giusta, perché tutto ciò che aveva a che fare con l’allevamento e il trasporto di vitelli era una tragedia. Tuttavia, il vero problema era che in alto Adige negli ultimi decenni si era passati da un sistema che prevedeva l’allevamento di bovini a duplice attitudine a quella di bovini a monoattitudine, le “mucche turbo”, che richiedevano dai 10 ai 12 kg di foraggio quotidiano pro capite.
L’ass. Arnold Schuler ha risposto che non si può replicare la situazione tirolese, dove ci sono presupposti e situazione di partenza diverse, in quanto a prezzo del latte e strategia di incentivazione. vero è che in Tirolo è stato introdotto il premio di 100 € per l’allevamento dei vitelli, ma in Alto Adige esso sarebbe troppo basso, considerando che qui c’è un prezzo del latte più elevato. Ci sono poi condizioni diverse rispetto alle unità bovine per ettaro, e in Tirolo le aziende sono molto più grandi, in Alto Adige più piccole, il che rende meno redditizio l’allevamento da carne. Inoltre, sono previsti ulteriori contributi se si garantisce il benessere dell’animale, in particolare con l’alpeggio in malga o lo Stato libero. Infine, l’onere amministrativo per un contributo di 100 € supererebbe l'importo del sussidio stesso. L’assessore ha ricordato varie campagne IDM a sostegno del settore, tra cui campagne per i prodotti regionali e di sensibilizzazione, come previsto da una mozione approvata in Consiglio. Peter Faistnauer ha replicato di non aver mai citato i 100 €, e che quanto da lui considerato era un prodotto di nicchia, per la cui sensibilizzazione si poteva fare di più, anche seguendo l’esempio del Tirolo riguardo al trasporto in malga. Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 10 sì, 18 no e 5 astensioni.

Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha quindi presentato la mozione n. 522/21: La figura del Green Manager nella PA di Bolzano, con la quale, premettendo che con gli accordi internazionali che sono diventati coercitivi, come l’agenda 2030 di Parigi, il Green Deal o la Next Generation EU, si mira ad accelerare il passaggio verso politiche di sostenibilità, di transizione ecologica e verso lo sviluppo dei cosiddetti “Green Jobs”, evidenziava che la Commissione europea aveva deciso di dedicare un quarto del proprio bilancio alla lotta ai cambiamenti climatici e previsto la distribuzione di risorse ai Paesi europei destinate all'economia circolare e alla transizione ecologica dell'industria: tali fondi dovrebbero mobilitare almeno mille miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni e consentire a tutti i Paesi Membri di potenziare la diffusione delle energie rinnovabili e abbandonare l’incentivazione dei combustibili fossili. Tra le misure principali del Green Deal europeo ci sono la Legge sul Clima e il Fondo per una transizione giusta, con 7,5 miliardi che serviranno a finanziare il percorso di transizione ecologica dei Paesi europei. Questo comporta che nella politica della green economy stiano nascendo nuove figure lavorative molto richieste dal mercato del lavoro, come il Mobility manager o il Green Manager, cioè un esperto in possesso di competenze multiple indirizzate a coordinare interventi di sostenibilità ambientale, dal risparmio energetico ed idrico fino allo sviluppo della raccolta differenziata negli uffici e al riciclo dei materiali di scarto, solo per fare alcuni esempi. Una figura di cui attualmente la provincia di Bolzano è sprovvista, all’interno dei suoi uffici della pubblica amministrazione, mentre in molte realtà private essa è già presente. Il consigliere chiedeva quindi di impegnare la Giunta provinciale a favorire l'acquisizione di competenze da Green Manager all’interno dell’organigramma della pubblica amministrazione altoatesina, promuovendo, in collaborazione con enti di formazione accreditati e il sistema universitario provinciale, corsi di formazione – da finanziare eventualmente con i citati Fondi europei – al fine di creare un fondamentale patrimonio di conoscenze e competenze per l'attuazione della transizione ecologica negli enti pubblici locali.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha sostenuto che si trattava di una mozione di grande attualità, e ammesso che nelle grandi aziende questa figura, che riguardava anche la responsabilità sociale, era già rappresentata. Alcuni degli ambiti citati sono nel core business dell’amministrazione provinciale, pertanto è già stata costituita la figura dell’Energy manager che monitora l'utilizzo energetico e propone modifiche. C'era poi un coordinatore della strategia di sensibilità, ma ora c’è’ un nuovo bando per persone che se ne occupino, con la nomina di un responsabile per lo sviluppo sostenibile in tutti i dipartimenti. Una persona responsabile ci dovrà essere in ogni ufficio-. Fondamentale è la formazione, e in questo senso è già stata organizzata una serie di occasioni formative. La mozione non sarà accolta perché da un lato tanto di quanto richiesto è già attuato, e previsto dal Piano di sostenibilità della Giunta, dall’altro c’è bisogno di aiuto dall’esterno, anche per l’utilizzo dei fondi del PNRR. Nicolini ha replicato che era positivo che si andasse in questa direzione, anche se proprio dall'amministrazione già erano arrivate sollecitazioni a fare la richiesta che aveva presentato. La mozione è stata  respinta con 13 sì, 17 no  e 2 astensioni.

La seduta è proseguita con l'esame delle proposte della maggioranza

MC

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