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Lavori Consiglio: sgravi fiscali, fondo di solidarietà per artisti

Approvate due proposte della SVP. La sessione di lavori di gennaio è terminata, domani non ci sarà seduta.

Nel pomeriggio di oggi sono state trattate in Consiglio provinciale le proposte della maggioranza.

Con la mozione n. 518/21: Continuare sulla strada degli sgravi fiscali, evidenziando che la Provincia autonoma di Bolzano perseguiva una coerente linea di sgravi fiscali, grazie ai quali era possibile sostenere le cittadine e i cittadini e aumentare la competitività delle imprese e dell’economia altoatesine, cosa dimostrata tra l’altro dall'imposta regionale sulle attività produttive IRAP, e che applicando un’aliquota fiscale bassa, il 2,68%, negli ultimi anni la Provincia autonoma di Bolzano aveva fornito alle imprese un grande aiuto, Helmut Tauber (SVP) segnalava che con la legge di stabilità provinciale per il 2022, l'Alto Adige tornava ad applicare l'aliquota fiscale standard del 3,90%, e che alla base di questa scelta, tra l’altro, c’era il fatto che lo Stato stava  pianificando una radicale riforma del sistema fiscale. Si pensava di abolire del tutto l'IRAP. In questo scenario, con la legge di stabilità provinciale la base di calcolo era stata adeguata al normale sistema al fine di collocarsi in una posizione migliore in vista dell’eventuale compensazione delle entrate per la Provincia autonoma di Bolzano da parte dello Stato. Pertanto, il consigliere proponeva di incaricare la Giunta provinciale di sfruttare i margini di bilancio derivanti dalla riorganizzazione del bilancio in atto ovvero dalle riforme statali per introdurre al più presto ulteriori sgravi per le cittadine e i cittadini nonché per l'economia, o per effettuare investimenti orientati al futuro. 
Gerhard Lanz (SVP), cofirmatario, ha evidenziato che si intendeva aumentare l’efficienza e anche creare margini di manovra adatti all’economia, garantendo gli strumenti giusti per affrontare situazioni complicate, evitando che fosse necessario l'intervento della mano pubblica in ogni crisi.
Paul Köllensperger (Team K) si è detto d’accordo con Lanz, evidenziando che molte imprese si erano indebitate, e che le agevolazioni fiscali erano più opportune degli aiuti a pioggia. Un aumento fiscale poteva fornire fondi pubblici a breve termine, ma a lungo termine era dannoso.
Negli ultimi anni era stata applicata l’aliquota del 2,68%, ora quella del 3,9%, ha chiarito Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia), domandando quindi come si poteva parlare di “continuazione sulla strada degli sgravi fiscali”, quando l’aliquota era di fatto aumentata, nonché incaricare la Giunta di introdurre "ulteriori sgravi”, cosa che oltretutto non era in coerenza con le premesse. Si è domandato se documenti simili sarebbero stati accettati dalla Giunta anche se li avesse presentati l’opposizione, e ha sottolineato la difficoltà dei colleghi della maggioranza nel fare richieste alla Giunta senza criticarne le carenze.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiarito che in fondo si trattava di sgravi per la cittadinanza e le aziende, e che questo era l'importante. Stamattina si era celebrata l’Autonomia: di essa dovrebbe far parte anche quella fiscale: ci voleva quindi un ulteriore sviluppo. La STF avrebbe comunque sostenuto la mozione. In quanto alla celebrazione di questa mattina, Knoll ha lamentato che la storica del gruppo linguistico tedesco avesse criticato coloro che avevano lottato per essa definendoli “terroristi dinamitardi”, o sostenuto che i pilasti della proporzionale avevano diviso i gruppi linguistici; shoccante era stata anche la citazione del canonico Gamper sul Todesmarsch associata ai campi di concentramento nazista. Se questo accadeva ora, cosa sarebbe successo tra 50 anni; anche la brochure accompagnatoria dell’evento vedeva il tedesco dopo l’italiano.
La presidente Rita Mattei ha chiarito che né lei né Kompatscher erano responsabili di ciò che dicevano due storici, e in quanto alla brochure distribuita, non veniva diffusa fuori dal consiglio ma serviva solo per informare i consiglieri e le consigliere sul programma odierno: “In quanto predisposto da parte mia come presidente del gruppo linguistico italiano, mi sono permessa di metterlo prima in lingua italiana, ma se discutiamo di questo allora siamo molto molto lontani dal risultato che si vorrebbe ottenere della convivenza tra gruppi linguistici”.
Gerhard Lanz (SVP) ha detto che se come Knoll voleva ci si trovasse ora in Austria, si avrebbe anche l’obbligo vaccinale. Ha aggiunto, in quanto all’onere IRAP, che per le imprese c’era stato un effettivo sgravio.
Questo è stato confermato dal presidente della Provincia Arno Kompatscher, che ha fatto riferimento anche a IMI e IRPEF: l’aumento IRAP nell’insieme non era effettivo, le imprese avevano pagato di meno. Ha ricordato le richieste fatte dall’opposizione di aumentare le retribuzioni tramite contrattazioni collettive così come gli stipendi dei medici, il che richiedeva più mezzi. Se non si volevano aumentare le imposte, bisognava trovare altri spazi per finanziare il tutto: è così che egli interpretava la parte dispositiva della mozione, che sarebbe stata accolta così come formulata. In quanto al rapporto con lo Stato, con l’ultima legge finanziaria del Governo c’è una nuova definizione dell’aliquota IRPEF, ed entro marzo in un gruppo di lavoro si deciderà quali mezzi finanziari verranno compensati all’Alto Adige a fronte delle minori entrate, nell’ambito di una situazione win-win. Helmut Tauber ha chiarito che finora l’IRAP era stata abolita per alcune aziende e liberi professionisti, non per altre società, comprese quelle pubbliche, tenute a pagarla per il 2022. Gli sgravi fiscali permettono agli imprenditori di continuare a lavorare nel territorio e di investire. La mozione è quindi attuale. Messa in votazione, la mozione è stata accolta con  32 sì e 1 astensione.

Magdalena Amhof (SVP) ha quindi proposto la mozione n. 520/21: Fondo di solidarietà per chi opera nel settore della cultura, con la quale, ricordando che anche in Alto Adige il settore della cultura aveva attraversato due anni molto difficili a causa della pandemia; i sipari dei teatri erano chiusi, non si poteva recitare sui palchi, gli spazi espositivi erano deserti, i musei erano chiusi. Con il virus incombente e il timore di contrarlo, la mancanza di offerte culturali inizialmente non si era notata in modo particolare, tutto era concentrato sulla continuità dei servizi essenziali nel rispetto della severa regola “distanza, igiene e mascherina”. Tuttavia, le carenze nel settore artistico e culturale si erano fatte via via evidenti, e avevano fatto sì che qualsiasi iniziativa musicale e artistica fosse accolta con gioia e apprezzamento – anche i flashmob, che durante il lockdown duro avevano portato tante persone a fare musica sulle terrazze e sui balconi, allietandone molte altre. Molte artiste e molti artisti avevano comunque subìto perdite che li avevano messi in serie difficoltà economiche, che ancora perduravano e sarebbero calate solo con il tempo. Essi erano stati gli unici a non poter fruire di compensazioni finanziarie, pur cercando un palcoscenico alternativo sulle piattaforme dei social media come YouTube, Snapchat, TikTok, Instagram ecc. , attirando l'attenzione sulla loro condizione critica a causa del Covid. Per migliorare la loro condizione, era opportuna la creazione di un fondo di solidarietà per chi opera nel settore della cultura, che rappresenterebbe una soluzione concreta e un'utile misura di sostegno: alimentato con donazioni e contributi propri, questo fondo di solidarietà dovrebbe andare a beneficio di libere artiste e liberi artisti, musiciste e musicisti, scrittrici e scrittori, attrici e attori, fotografe e fotografi, registe e registi nonché di tutti coloro che operano nei settori culturali e creativi quando ci sono periodi di crisi. Ricordando la pensione complementare per le artiste e gli artisti – per cui sono previsti 500 euro all'anno e che sarà realtà ancora quest'anno – la quale rappresenta per tutti gli artisti un’importante prestazione a carattere previdenziale, la consigliera chiedeva quindi di incaricare la Giunta provinciale di verificare, in collaborazione con i rappresentanti d’interessi nel settore della cultura e tenendo conto del nuovo registro delle artiste e degli artisti, l’istituzione e l'applicabilità di un fondo di solidarietà per chi opera nel settore dell’arte in Alto Adige ed eventualmente di avviarne al più presto la realizzazione.
Alex Ploner (Team K) ha chiesto alla collega Amhof dov’era negli ultimi anni, quando lui avrebbe avuto bisogno del suo sostegno per proprie mozioni a sostegno di artisti e artiste, tra cui una sulle condizioni quadro per la cultura, compresa la modalità con cui la Provincia si rapportava con i suoi artisti. Si è detto poi infastidito dalla parola “donazioni” contenuta nella mozione, ritenendo che si dovesse parlare di compensi, pagamenti, investimenti e contributi pubblici. Ha chiesto come dovrebbe avvenire la gestione del fondo e quando sarebbe entrata in vigore la cassa sociale per gli artisti, decisa un anno fa.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha ammesso di aver fatto la stessa riflessione di Ploner, relativamente a mozioni sul tema del suo gruppo respinte dalla maggioranza. L’allarme lanciato sul settore artistico durante la crisi pandemica aveva dimostrato quanto poco si sapeva della loro esistenza e del loro lavoro. Sono molti gli artisti e le artiste che svolgono questa attività come secondaria, in quanto con essa non si mantengono. Ha quindi fatto riferimento a un artista che aveva dedicato la sua vita a pittura e scultura, e che in vecchiaia aveva ammesso di dover vivere con la pensione della moglie.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha sostenuto che arte e cultura sono un elemento fondamentale della società, e che per molte persone operanti nel settore era stato problematico svolgere il loro lavoro, durante la pandemia: misure di sostegno erano quindi opportune e un fondo di solidarietà era un’ottima notizia, ma andava considerato che c’erano anche altre categorie che non potevano più lavorare. Inoltre, molte associazioni comunicavano che non riuscivano più a ricoinvolgere i loro soci di un tempo, dopo lo stop legato alla pandemia. Bisognava valorizzate di più cultura e arte, da non relegare solo ad attività da tempo libero.
Helmut Tauber (SVP) ha chiarito che arte e cultura fanno parte della società ma anche dell’economia, così come dell’Autonomia altoatesina, come aveva dimostrato l’intervento dei giovani e degli alunni partecipanti al concorso video presentato stamattina. Si è quindi augurato che si riesca al più presto a superare la pandemia, rispettando le regole, alle quali si otteneva l’85% della popolazione: tutti i rappresentanti politici erano invitati a lavorare in questo senso.
Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha chiarito che è destino dell’opposizione non essere ascoltata, come segnalato da Ploner e Foppa, e si è detto a favore della mozione, chiedendo però di stralciare il termine "donazioni". In Germania c’è una cassa sociale per gli artistici, con obbligo di assicurarsi e pagare i relativi contributi; invece che di “donazioni” si potrebbe parlare di “fondi per la cultura”. Gli artisti non vanno descritti come dei richiedenti contributi o donazioni, ma considerati come una parte fondamentale della società, di cui sono le antenne.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha espresso solidarietà ad Alex Ploner, che aveva sempre rappresentato tutto il gruppo di interesse nel settore culturale, tra cui proprio un fondo di solidarietà. Ha quindi annunciato voto a favore.
L’ass. Philipp Achammer ha chiarito che non si trattava di discutere di chi ha avuto la prima idea, e segnalato che si tratterebbe in realtà di un compito dello Stato, come accade in Austria, Francia, Germania, mentre in Italia gli artisti non vengono sostenuti. In quanto alla previdenza, sono previsti in totale 8.600 € più sussidi: la critica è legittima, ma la situazione non è così tragica, anche perché con ulteriori domande è possibile arrivare fino a 10.000 €, così come ottenere compensazioni nel caso della disdetta di manifestazioni. Il registro degli artisti era in dirittura d’arrivo, e si sarebbe discusso anche in Consiglio regionale sull'aumento dei 500 € previsti, tuttavia è vero che come categoria gli artisti vivono situazioni molto precarie. Ecco perché è opportuno un fondo di solidarietà- In Francia, per dare sicurezza è previsto un reddito di base per artisti, sospeso se entrano in attività, ma questo qui non è possibile. L’assessore ha annunciato anche la presentazione di uno studio sul plusvalore generato dalle attività degli artisti; in quanto alla cassa sociale, a copertura per esempio di periodi di malattia, si vorrebbe un fondo pubblico, eventualmente anche finanziato da privati. Magdalena Amhof, ringraziando per la partecipazione al dibattito, ha evidenziato che non ricordava fosse stata già fatta la proposta di un tale fondo: la mozione era stata presentata soprattutto perché circa un anno e mezzo fa si era parlato di un fondo di solidarietà territoriale. Ha aggiunto che oltre alle difficoltà dovute alle iniziative disdette durante la pandemia, ora veniva segnalato che gli spettatori faticavano a tornare agli spettacoli. “Fondo di solidarietà” è solo una denominazione di lavoro, non si intende certo fare riferimento all’elemosina, tuttavia le donazioni devono essere bene accette, anche perché potrebbero interessare le imprese, in quanto collegate a vantaggi fiscali. In quanto alla gestione del fondo, potrebbe essere assegnata ad artisti, ma su questo ci si confronterà proprio con loro.
La mozione è stata messa in votazione per parti separate e accolta: le premesse con 20 sì e 12 astensioni, la parte deliberante con 33 sì (unanimità).

La sessione di lavori di gennaio è terminata. Domani non ci sarà seduta.   

MC

La sessione di gennaio 2022.

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