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Rapporto di genere sul personale dell’amministrazione provinciale – Promuovere la parità con misure mirate - CON VIDEO
Continuare a promuovere la parificazione di dipendenti donne e uomini nell’amministrazione provinciale è l’obiettivo di un insieme di misure elaborate in base dai dati del Rapporto di genere, presentate oggi dal presidente del Comitato unico di garanzia Gerhard Mair e dalla Consigliera di parità Michela Morandini. Dal direttore generale della Provincia Alexander Steiner una panoramica sugli interventi futuri a garanzia di parità.
Ogni anno, i dati sulla situazione dei dipendenti e delle dipendenti nell’amministrazione provinciale altoatesina vengono elaborati dall’Ufficio organizzazione della Provincia da una prospettiva di genere, e messi a disposizione della Consigliera di parità: si tratta del Rapporto di genere, la cui edizione 2019 è stata presentata oggi da Michela Zambiasi, coordinatrice del settore Controlling dell’Ufficio organizzazione. Sulla base di questi dati, la Consigliera di parità e il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni attivo nell’amministrazione provinciale (CUG – EGK) hanno elaborato, in collaborazione con Margit Laimer dell’Ufficio Sviluppo personale, un pacchetto di misure.
“L’amministrazione provinciale è femminile”, ha detto il presidente della Provincia in apertura della conferenza stampa di presentazione, facendo riferimento all’alta percentuale di dipendenti donne in Provincia. Nel periodo di crisi, ha aggiunto, su di esse è gravato un carico aggiuntivo: le situazioni di partenza non sono uguali, ed esserne consapevoli permette di agire con interventi specifici. A garanzia della parificazione ci sono molte norme, gli ha fatto eco il presidente del Consiglio provinciale nel suo indirizzo di saluto, ma la realtà è diversa e deve sempre essere tenuta in considerazione: per questo è importante che ci siano istituzioni che lo ricordano. Per quanto riguarda il Consiglio provinciale, ha evidenziato il presidente, 3 delle 4 direzioni d’ufficio, così come 3 dei 4 organismi indipendenti di tutela, sono guidati da donne. Hannelore Insam, vicepresidente della Commissione Pari opportunità, ha poi messo in guardia dal considerare lo homeworking come una panacea, perché spesso esso comporta un peso maggiore di carichi domestici e famigliari per le donne.
“Il 70% delle persone alle dipendenze dell’amministrazione provinciale sono donne, e più della metà di esse lavora part-time”, ha spiegato Michela Zambiasi. Nonostante l’alta percentuale di presenze femminili, solo il 35,5% delle posizioni dirigenziali è coperto da una donna. Nell’amministrazione provinciale, inoltre, ci sono alcune figure professionali che sono quasi esclusivamente maschili o quasi esclusivamente femminili: per esempio, più del 90% delle persone occupate come insegnanti di scuola dell’infanzia o nelle segreterie scolastiche sono donne, mentre all’opera come autisti o cantonieri sono esclusivamente uomini. Dall’analisi dei dati emerge inoltre che il 57,3% delle dipendenti provinciali lavorano part time, e che il 97,8% delle assenze per motivi educativi riguarda dipendenti donne.
I rapporti di lavoro a tempo determinato nell’amministrazione provinciale diminuiscono ancora. L’86,4% delle donne e il 90,1% degli uomini sono assunti a tempo indeterminato. Al contrario, l’età media dei dipendenti provinciali aumenta: nel 2019 era di 47,8 anni.
Sulla base di questi dati, la Consigliera di parità e il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni hanno elaborato un pacchetto di misure: “Punto di partenza sono stati i settori nei quali sono state individuate disparità tra i sessi”, ha detto la Consigliera di parità Michela Morandini: “Da qui, sono stati identificati sette campi di intervento con misure concrete dedicate. Temi centrali restano la conciliabilità famiglia lavoro e la sottorappresentazione delle donne in posizioni dirigenziali e decisionali”.
Le misure proposte riguardano i modelli flessibili di orari di lavoro, il tema molto attuale dello smart-working, il calo dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, la sottorappresentazione di un sesso in una professione (cd. “segregazione professionale”), la sottorappresentazione di forze dirigenziali femminili, la diseguale distribuzione per classi d’età e le assenze per motivi famigliari.
“Si incoraggiano misure come l’elaborazione di modelli di smart-working e co-working, così come un sostegno nella cura dei bambini piccoli”, ha evidenziato Gerhard Mair, presidente del Comitato unico di garanzia, “con lo scopo di ridurre la quota di part time non desiderata, così come di distribuirla meglio tra i due sessi. Allo stesso modo, si incoraggia a far presenti attivamente ai collaboratori maschi le possibilità di assenza e a organizzare attivamente il rientro alla vita lavorativa”.
Infine, il direttore generale della Provincia Alexander Steiner, ringraziando Morandini per l’atteggiamento collaborativo e di coinvolgimento dell’amministrazione, ha offerto una panoramica sui passi futuri, rivelando che le misure previste saranno attuate in un piano d’azione triennale. La pandemia, ha sottolineato, da crisi si è trasformata anche in chance ed ha accelerato un percorso di rimodulazione delle modalità di lavoro che la Provincia aveva già deciso di intraprendere: un progetto pilota sullo smart working era infatti in previsione già a gennaio. Ora si lavorerà insieme alle parti sociali, alla luce dell’esperienza di questi mesi di emergenza, per dare vita ad un modello di smart working post Covid-19.
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CONFERENZA ANALISI DI GENERE PERSONALE AMM. PROVINCIALE.mp4
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