News

Lavori Consiglio: Draghe aspiranti, Airbnb, anticipo liquidazione

Mozioni di Freiheitlichen e Team K.

La seduta di oggi del Consiglio provinciale di Bolzano è iniziata con la trattazione della mozione n. 112/19: Evitare lo svuotamento dei bacini artificiali grazie alle draghe aspiranti, con al quale Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen), ricordando che il recente svuotamento del lago artificiale di Rio Pusteria aveva suscitato molto malcontento tra la popolazione e i soci dell'Unione Pesca Alto Adige, non tanto per la rimozione di sedimenti e depositi, necessaria per garantire la produzione di energia elettrica, quanto per il modo in cui questa operazione viene effettuata in Alto Adige, dato che il tradizionale svuotamento dei laghi artificiali mediante l'apertura delle chiuse e delle dighe ha un forte impatto sotto il profilo ecologico, con la completa distruzione della popolazione ittica, evidenziava che tutto questo si può evitare grazie alle moderne tecnologie, che si sono già dimostrate valide in altre regioni alpine,dove grazie a draghe aspiranti o imbarcazioni aspiranti completamente automatiche possono raccogliere in modo continuo i sedimenti e i depositi che si accumulano nel bacino. egli invitava quindi a impegnare la Giunta provinciale (1) a obbligare i concessionari e i gestori di centrali e bacini idroelettrici in Alto Adige ad utilizzare draghe aspiranti per rimuovere i sedimenti presenti all'interno dell'invaso, al fine di contenere la torbidità dell'acqua entro livelli ecocompatibili, riducendo così al minimo l'impatto ambientale; (2) a vietare il tradizionale svuotamento dei bacini artificiali. Negli ultimi anni il periodo di svuotamento dei bacini artificiali è stato limitato a tre settimane, ha chiarito Leiter Reber, ma questo non è sufficiente per tutelare sistemi ecosensibili. egli si è poi detto disponibile a modificare la mozione nel senso di chiedere una verifica dell’utilizzo delle draghe, come richiesto dal collega Gerhard Lanz, “ma non vorrei che fosse solo un rimandare nel tempo”.
Hanspeter Staffler (Gruppo Verde) ha ringraziato i Freiheitlichen per l’iniziativa, rilevando che i corsi e gli specchi d’acqua in Alto Adige sono sotto pressione, non solo per lo svuotamento dei bacini artificiali ma anche per la densità edile lungo i fiumi. Quella delle draghe aspiranti è quindi una buona proposta, va detto anche che un’azienda altoatesina è all’avanguardia in questo senso. Le imbarcazioni aspiranti devono comunque essere adeguate alla portata dei corsi d’acqua e anche alle partecipazioni. In futuro, per quanto riguarda le concessioni, dovrebbe essere obbligatoria la presentazione di un progetto di gestione dei sedimenti. 
Anche Peter Faistnauer (Team K) ha ringraziato il presentatore, ribadendo che esiste un’azienda altoatesina attiva nel settore, creata da un imprenditore che è un suo ex alunno e che ha riconosciuto le esigenze del settore. Inserire questa specifica nelle concessioni responsabilizzerebbe i concessionari.
Franz Locher (SVP) ha ribadito che i sedimenti costituiscono un problema con conseguenze fatali per la popolazione ittica, soprattutto in caso di aumento delle precipitazioni. Per alcuni bacini il sistema tradizionale va bene, ma per molti altri diventa problematico dal punto di vista dell’ecosistema. Tante dighe sono piene di fanghi e sedimenti e andrebbero ripulite. Non è chiaro se la soluzione sono le draghe aspiranti, ma bisogna intervenire  a favore dell’ambiente, per evitare quanto accaduto con la diga di Rio Pusteria. Locher ha quindi invitato l’assessore a fare il possibile per risolvere questo problema.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) ha sostenuto che i laghi artificiali sono ormai un habitat per pesci e altri organismi, e che pertanto uno svuotamento drastico può disturbare fortemente questo equilibrio ecologico, tanto più che i corsi d’acqua subiscono giá dei danni per via delle centrali idroelettriche. Esiste uno studio del 2017 di Alperia per la gestione ecosostenibile dei bacini artificiali, tramite svuotamento lento e draghe aspiranti: sarebbe opportuno conoscere i risultati di questo studio, per sapere se un’altra verifica è di nuovo necessaria. 
L’ass. Arnold Schuler, evidenziando la crescente richiesta di energia, ha evidenziato che ogni forma di produzione di energia ha vantaggi e svantaggi, e la necessità di affidarsi alle forme più sostenibili: l’energia eolica, per esempio, ha lo svantaggio del rumore e del danno estetico, mentre quella idroelettrica ha lo svantaggio dell’accumulo nei bacini. Questo va gestito al meglio. Si sta parlando di 95.000 metri cubi l’anno, quindi di una quantità enorme di materiale, bisogna intervenire per risolvere il problema al più presto, con nuove misure, ma è da chiarire se si può rinunciare del tutto allo svuotamento dei bacini, e vanno analizzate bene tutte le alternative, comprese misure che affiancano il metodo con le draghe aspiranti. Quindi la richiesta di evitare il tradizionale svuotamento dei bacini (punto 2) non puó essere accettato. Il punto (1) può essere accolto se modificato nel senso di continuare a verificare le alternative per risolvere il problema. Leiter Reber ha chiarito che il secondo punto è dipendente dal primo, e ricordato i rischi legati all’apertura delle dighe. Si è detto però d’accordo con la modifica della parte deliberante.

È quindi stata esaminata la mozione n. 172/19: Anche gli ospiti di Airbnb e strutture analoghe devono pagare l’imposta comunale di soggiorno, con la quale Paul Köllensperger (Team K) evidenziava che l'organizzazione del turismo altoatesino è finanziata essenzialmente da tre attori: la Provincia, le aziende e le associazioni turistiche e infine i turisti, che giungono da tutto il mondo nella nostra provincia in cerca di relax; e che la legge provinciale n. 9 del 2012 prevede, fra le misure per promuovere il turismo, un’imposta a carico degli ospiti delle strutture ricettive locali, la cosiddetta imposta comunale di soggiorno, detta anche tassa di soggiorno, calcolata in base al numero di pernottamenti e al numero di ospiti di età superiore ai 14 anni, con importo differenziato in base al tipo di struttura ricettiva e quindi suddiviso per categoria e classificazione della stessa, e che va da un minimo di 0,50 euro a un massimo di 2,50 euro a notte. Da tempo, ha aggiunto il consigliere, le cosiddette piattaforme di intermediazione on line – Airbnb e altri – esercitano una notevole influenza sul mercato non solo a monte delle strutture alberghiere, ma anche imponendo in Alto Adige strutture ricettive alternative, soprattutto ma non esclusivamente private o gestite occasional-mente, che non sono di loro proprietà, generando così anche nella nostra provincia, sia in destinazioni urbane che rurali, flussi di turisti che in gran parte non vengono registrati nei comuni interessati. Si tratta di piattaforme che cessano  improvvisamente di esistere non appena entra in contatto con le autorità fiscali nazionali: insomma, un Golia del turismo, ma un Davide per il fisco.  Egli ha quindi chiesto di impegnare la Giunta (1) a garantire, adeguando o integrando le fonti giuridiche esistenti, che anche per i turisti che hanno prenotato tramite piattaforme quali Airbnb o che operano secondo lo stesso principio venga effettuata la comunicazione del pernottamento al Comune territorialmente competente in conformità alle norme in materia di pubblica sicurezza e che sia inoltre garantito, nell’ottica della salvaguardia delle misure per il finanziamento del turismo di cui alla legge provinciale n. 9 del 2012, il pagamento dell'imposta di soggiorno prevista dal comune interessato, e (2, emendamento) che sia previsto anche mediante disposizione legislativa provinciale l’obbligo di ottenere il rilascio di una licenza per l’esercizio di tale attivitá di affitto. Questo, ha chiarito il consigliere, è già realtà a Rimini, dove Airbnb incassa l’imposta di soggiorno e la versa poi al Comune. Altre misure sono difficili da attuare perché è difficile impedire a un privato di avere una piccola entrata.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha riferito che Airbnb è esempio di come progetti inizialmente positivi possono avere uno sviluppo negativo. Questa iniziativa è nata anni fa come share economy, non pensata come concorrenza sleale agli esercizi ricettivi ma come possibilitá di vivere il turismo in maniera diversa, venendo ospitati in alloggi da altre persone. Questa idea originaria, che andrebbe tutelata, va però sempre più persa, e Airbnb si è evoluta in un affittacamere che però non paga le tasse. Il pagamento della tassa di soggiorno è una buona soluzione, e ci vorrebbe anche non la licenza, ma la comunicazione di inizio attività. 
Secondo Helmut Tauber (SVP) esiste già una legislazione molto chiara in merito, in Alto Adige, il problema sta nei controlli. Bisogna riflettere su cosa può essere utilizzato per il turismo e cosa in ambito residenziale: a Bolzano, per esempio, ma anche in periferia, studenti e lavoratori non trovano piú un alloggio, perché gli appartamenti vengono utilizzati secondo questo nuovo sistema. Sindaci e associazioni turistiche si sono giá incontrati per valutare la situazione, decidendo di promuovere maggiori controlli: bisogna essere molto determinati, per evitare un sistema di affitto di questo genere. 
Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha riferito che Airbnb era un fenomeno del cambiamento della società, nato per promuovere un turismo di un altro tipo, restando più a contatto con la realtá locale: Airbnb è solo un intermediario, e l’obbligo di pagare l’imposta di soggiorno resta in capo a chi affitta un appartamento, si tratta di controllare. Tuttavia, esistono diverse piattaforme cui chi vuole affittare il suo appartamento si può rivolgere. Opportuno quindi è un maggiore controllo, permettendo a chi lo desidera di avere questo piccolo profitto extra senza introdurre licenze e nuova burocrazia, ma senza danneggiare troppo chi opera professionalmente nel settore.
Secondo Magdalena Amhof (SVP), se si guarda alla situazione degli alloggi in provicia è chiaro che i prezzi sono molto elevati e l’offerta molto ridotta, e che spesso è più conveniente lasciare gli alloggi vuoti piuttosto che metterli a disposizione a un canone convenzionato. Il fenomeno Airbnb diventa interessante in questo contesto, ma ció fa aumentare ulteriormente i prezzi degli alloggi e induce i proprietari a non rinnovare contratti d’affitto per passare alla piattaforma. Prevedere la tassa di soggiorno, a carico del turista, non basta: servono soluzioni più complete e globali, che prevedano la tassazione dell’attività in sé.
Peter Faistnauer (Team K) ha evidenziato che chi affitta tramite Airbnb non comunica i propri ospiti, al contrario delle altre strutture di settore: se si obbliga a questa comunicazione e quindi al pagamento dell’imposta di soggiorno, si ottengono due piccioni con una fava. Egli ha poi fatto riferimento ai controlli di polizia dei nomi degli ospiti negli alberghi, che sono anche una tutela per chi affitta.
Secondo Carlo Vettori (Alto Adige Autonomia) se tutte le strutture ricettive pagano una tassa di soggiorno non si capisce perché Airbnb non debba farlo, inoltre una registrazione degli ospiti è importante ai fini della sicurezza, o anche per contrastare il fenomeno della prostituzione. Si tratta quindi di un tassello ora manchevole, molto grave.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) ha annunciato sostegno alla mozione,perché “le regole devono valere per tutti”. Anche nel settore dell’agriturismo spesso non c’è uguaglianza, basti pensare alle norme sulla sicurezza: bisogna invece che le stesse regole valgano per tutti. nel paese di Scena ci sono molti affittacamere che usano la piattaforma Airbnb anche se si tratta di esercizi turistici, tuttavia essi pagano le tasse di soggiorno a prescindere dalla piattaforma che usano per accedere ai turisti. La cittá di Vienna ha calcolato una perdita di oltre mezzo milione l’anno a causa degli affitti Airbnb. va poi valutato l’aspetto della sicurezza: se succede qualcosa, la prima domanda è sempre dove una persona alloggia, e se questa persona non è registrata nascono i problemi.
L’ass. Arnold Schuler ha rilevato che la mozione conteneva un errore di fondo, vale a dire l’invito a disciplinare una materia che in realtà è già regolamentata. A prescindere da come alloggi un ospite, va comunque fatta comunicazione e pagata la tassa di soggiorno: se non si fa, si viola la norma. I Comuni hanno la possibilitá di fare questi controlli, e anche il pagamento tramite carta, che esegue chi si appoggia al portale Airbnb, rende possibile rilevare situazioni nascoste. La questione centrale è invece se si desidera questo tipo di locazione, e in quale misura: la Giunta vuole affrontare la questione, ma la mozione come proposta non può essere accolta. Köllensperger ha replicato che il dovere è chiaro, ma la legislazione non lo è altrettanto, pertanto con la mozione si chiede un adeguamento, al fine di prevedere stesse regole per tutti. Schuler ha chiarito che la legge provinciale del 1995 disciplina chiaramente il settore dell’affittacamere, escludendo attivitá di mediazione, cosa che invece Airbnb fa. La mozione è stata però respinta con 14 sì e 14 no.

Si è passati quindi alla trattazione della mozione n. 108/19: L’amministrazione provinciale anticipi la liquidazione ai dipendenti pubblici, con la quale Maria Elisabeth Rieder (Team K), evidenziando che con l'entrata in vigore del Decreto "Salva Italia 2011" si sono notevolmente allungati i tempi di pagamento del Tfr per questa categoria di lavoratori., tanto che si va dai 105 giorni se il rapporto di lavoro è terminato a causa di inabilità o decesso, fino ad arrivare a più di due anni in caso di dimissioni volontarie, e che con la legge di stabilità 2014 è stato aggiunto che la liquidazione avviene dopo un anno, in una o più rate, se il rapporto di lavoro termina a seguito del pensionamento dovuto al raggiungimento dei limiti di età, concludeva che questo fa sì che attualmente i dipendenti pubblici debbano aspettare fino a 27 mesi dal loro pensionamento prima di vedersi liquidata la prima rata del Tfr, mentre nel privato questo avviene alla fine del rapporto di lavoro, chiedeva (versione emendata co-firmata dai consiglieri SVP Amhof e Renzler) di verificare se sia possibile anticipare il TFR ai sensi della delibera di Giunta 1705/2005 e dell’articolo 26 comma 2 della lp 6/2015, e se possono essere messi a disposizione nel relativo capitolo di spesa i mezzi finanziari necessari previa creazione di una base giuridica, e (2) in caso di esito positivo della verifica, ad anticipare il TFR ai sensi della delibera 1705/2005 e all’articolo 26 comma 2 della lp 6/2015. La legge 6/2015, ha chiarito la proponente, già consente l’anticipo. Esso dovrebbe essere garantito a tutti i dipendenti, possibilmente anche a quelli statali: questo però è da verificare.
Secondo Hanspeter Staffler (Gruppo verde) è inaccettabile che i dipendenti provinciali debbano aspettare uno o due anni per ricevere il TFR. egli stesso si è occupato della questione, ma risolverla non è così semplice. Lo Stato specula sugli interessi dei soldi che trattiene. La situazione è inaccettabile, ed è giusto procedere a una verifica, come previsto dal punto (1) della mozione, ma ci vuole un’ulteriore legge a disciplina di questa materia: se ne deve far carico la Provincia, perché difficilmente lo farà lo Stato. I dipendenti pubblici provinciali meritano di ottenere subito il TFR così come avviene nel privato.
Helmuth Renzler (SVP) ha spiegato che gli Arbeitnehmer da anni si impegnano per una soluzione di questa tematica, e per questo avevano firmato l’emendamento. Egli ha fatto riferimento anche alla possibilitá di iscriversi a un fondo integrativo, nonché al fatto che la parte del TFR in esso integrata viene gestita secondo le regole del fondo stesso, e quindi pagata prima. Bisogna evitare però discriminazioni e differenze di trattamento, è quindi opportuna una verifica della Giunta per tutti i dipendenti pubblici, anche con contratti statali.
Paul Köllensperger (Team K), co-firmatario, ha ringraziato per l’appoggio e i colleghi SVP per la firma dell’emendamento, evidenziando che se il TFR viene liquidato solo dopo due anni non ha più lo scopo originario, che era quello di far superare il periodo di attesa tra pensionamento e prima pensione percepita. 
Magdalena Amhof (SVP) ha chiarito che l’ala sociale SVP aveva firmato ritenendo la proposta importante e una base giuridica certa necessaria è importante venire incontro ai dipendenti pubblici, che hanno diritto a ricevere la liquidazione del TFR in tempi brevi.
L’ass. Arnold Schuler ha chiarito che il problema sono la competenza e l’equitá di trattamento: la provincia ha la competenza per una legge provinciale, ma sará più difficile attuare la misura per i dipendenti statali. Rieder ha sottolineato l’importanza della paritá di trattamento, anche per i dipendenti statali, e ritenuto importante dare un segnale ai dipendenti pubblici anche a fronte delle proteste dello scorso anno, per far capire che se ne apprezza il lavoro. Ha quindi ringraziato per l’appoggio i colleghi Arbeitnehmer. La mozione è stata approvata all’unanimità (28 sì).

(continua)

MC

Logo - Südtiroler Landtag