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Lavori Consiglio: Senzatetto, accesso riservato al Pronto Soccorso per vittime di violenza

Mozioni di Gruppo Verde, L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia.

Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha quindi presentato la mozione n. 217/19: Senzatetto: serve un piano per sostenere i comuni e il volontariato, con la quale ricordava che, come ogni inverno, anche nel 2019/2020 si è riproposto il dramma delle persone senza dimora che vivono per strada, un problema particolarmente acuto nei centri maggiori e soprattutto nel capoluogo Bolzano, dove si riversa la maggior parte dei senza fissa dimora. A fine novembre, come indicato nella Relazione al Consiglio comunale di Bolzano, dalla Referente per i richiedenti asilo, circa 450 persone erano accolte nelle strutture per senza fissa dimora esistenti sul territorio del comune capoluogo, e nonostante questo erano in lista d'attesa per un ricovero notturno o sul territorio circa altre 120 persone senza fissa dimora. Si tratta di persone in transito, persone locali, molte di esse lavorano ma non hanno reddito sufficiente per un alloggio, ci sono poi i richiedenti asili che erano nelle strutture di accoglienza straordinaria ma ne sono uscite per via del diniego della richiesta, nonostante i ricorsi e come prevedono i decreti sicurezza, ci sono anche persone la cui domanda è stata accolta ma devono abbandonare le strutture entro un certo termine. Nonostante ormai il fenomeno sia ampiamente prevedibile, con la sua acutizzazione nei periodi freddi, esiste ancora una gestione emergenziale con una situazione non completamente coperta dalle istituzioni e a cui il volontariato e il settore privato si è sentito in dovere di far fronte: Dello Sbarba ha ricordato qui gli interventi dell’imprenditore Heini Oberrauch e la gestione della casa di via Carducci da parte di numerosi volontari, e che invitare le persone ad “arrangiarsi”, come fanno alcuni, non è dignitoso e crea situazioni di insicurezza. Egli ha quindi invitato a impegnare la Giunta provinciale (1) a definire insieme ai Comuni interessati, in collaborazione con le organizzazioni di volontariato e con il Commissariato del Governo, un piano provinciale sostenibile per affrontare la situazione dei senza dimora presenti sul territorio dell'Alto Adige, (2) a mettere a disposizione le risorse finanziarie e amministrative per attuare il piano concordato, offrendo ai comuni il sostegno di cui hanno bisogno, individuando anche gli opportuni canali di finanziamento, (3) a sostenere le persone che operano nel volontariato per il soccorso delle persone senza dimora, come nel caso dell'edificio di Via Carducci a Bolzano. A queste persone volontarie va garantita una protezione, una copertura assicurativa e, se da loro richiesto, una formazione adeguata. Per i volontari va individuato per il futuro un luogo adatto dove potersi riunire e offrire i servizi a chi vive in strada (coperte, altro materiale, sostegno per la ricerca casa lavoro...), (4) ad attuare programmi in collaborazione con i Comuni per la ricerca di soluzioni abitative rivolte alle persone che stanno per uscire dai centri di accoglienza con titolo di protezione, o comunque che abbiano una attività lavorativa, ma non un alloggio, (5) a richiedere allo Stato e al Commissariato del Governo l’immissione in quota dei richiedenti asilo e famiglie attualmente “fuori quota”, al fine di liberare posti nei centri di bassa soglia per senzatetto ed “emergenza freddo” allestiti dai Comuni, (6) per le persone che devono lasciare i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), ad attivare meccanismi di passaggio ai centri per senzatetto in accordo con i Comuni. Il consigliere ha ricordato che le strutture di accoglienza sono solo notturne, quindi le persone accolte devono trovare un posto dove stare durante il giorno, e che tra esse sono comprese anche famiglie con bambini piccoli. Ci vuole anche una tutela per i volontari.

Franz Ploner (Team K) ha ringraziato per la proposta, che riguarda un tema molto delicato. I senza dimora sono invisibili, ma si tratta di una situazione che potrebbe riguardare tutti. Spesso chi vi si trova si vergogna di chiedere sostegno, pertanto bisogna affrontare la questione con la necessaria sensibilità. Avere un’abitazione è un diritto fondamentale: Dello Sbarba ha proposto una serie di misure, si potrebbe anche prendere esempio dal piano d’azione messo in opera in Baviera.
Brigitte Foppa (Gruppo Verde), cofirmataria, ha invitato a immaginare cosa vuol dire uscire al freddo alle 8 del mattino con bambini piccoli per restare poi all’aperto tutto il giorno, e ritenuto la disponibilitá di dimora una conquista dell’umanitá. Spesso ci si confronta con loro con difficoltá, perché la loro condizione è molto distante da quella delle altre persone: non si può però voltarsi dall’altra parte, fino al prossimo inverno.
Ricordando la sua esperienza da assessore al sociale al Comune di Bolzano, Sandro repetto (Partito Democratico - Liste civiche) ha ricordato che di fatto il problema viene sempre demandato ai Comuni, tuttavia, se all’inizio degli anni 2000 le persone senzatetto a Bolzano erano 30-40, e a loro si dava la possibilitá di dormire presso il Lido o il Palasport, ora si è arrivati ai numeri riportati nella mozione. Il sistema è legato a una dinamica ben precisa, legata a norme e regolamenti che lasciano fuori tante püersone. C’è poi il nuovo fenomeno di persone che hanno un lavoro ma non hanno un posto letto. Le proposte fatte sono intelligenti, si potrebbero ampliare con un Airbnb della solidarietà, come potrebbe essere la casa di via Carducci, ma i Comuni non devono essere lasciati soli, ci vuole un confronto con provincia e Commissariato del governo.
Hanspeter Staffler (Gruppo Verde), cofirmatario, ha sottolineato che il problema riguarda più che altro le città, e che i piccoli Comuni non sono in grado di risolvere il problema da soli, mentre il Comune di Bolzano è al limite delle proprie possibiltá, altrimenti non ci sarebbero i lodevoli interventi dei privati. Staffler ha quindi invitato a prendere esempio da Vienna, dove il problema è ben gestito, e proposto la gestione della situazione da parte di Comuni e Giunta provinciale insieme.
Il problema dei senzatetto è concreto, ha ammesso Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) e piú facilmente affrontabile nelle grandi cittá. è un fenomeno che non si può eliminare, per vari motivi, ma spiace che il fenomeno dell’immigrazione incontrollata venga messo in relazione con quello dei senza dimora.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha chiarito che il suo partito si era occupato della questione, che riguarda soprattutto le cittá, e ricordato le affermazioni dell’ex ass. Stocker secondo cui erano sempre più giovani i senza dimora, cosa che l’aveva colpita. Alcuni si rifugiano nelle biblioteche o stanno nei parchi, dove espletano anche i loro bisogni. Bisogna però distinguere tra i problemi dell’immigrazione e il fenomeno dei senzatetto presente da anni in provicnia, che riguarda anche persone locali e dove si sarebbe dovuto intervenire già da tempo. mair ha chiesto quindi votazione separata dei punti del dispositivo, ritenendo problematico il riferimento ai CAs e il punto 3. non va dimenticato che a Bolzano ci sono alloggi privati illegalmente occupati da senzatetto, che non vanno tollerate: il Comune deve intervenire.
L’ass. Waltraud Deeg ha chiarito che la Provincia non abbandona i Comuni, e che proprio due settimane fa si è incontrata al Commissariato del Governo con la Questura e tutti coloro che operano nel settore. Attualmente nelle strutture CAS ci sono 780 persone, nel 2017 erano il doppio; a Bolzano i senzatetto sono 248, e i motivi per cui vivono in strada sono diversi, molti non risolvibili, anche perché mancano le competenze giuridiche. Le persone possono migrare, e la relativa disciplina non è di competenza provinciale, che quindi non può intervenire con legge propria. Inoltre, c’è la libertà di movimento a livello statale per chi lascia i CAS, che quindi non possono essere controllati. La Provincia finanzia i vari servizi. In quanto alla mamma con il piccolo, ha un posto in una struttura, mentre la famiglia libanese è arrivata a Bolzano dopo che la sua domanda d’asilo era stata respinta in Germania: nessuno sapeva che sarebbe arrivata, ma è stato subito attivato il servizio sociale, che ha giá affittato tante stanze a Bolzano per evitare che donne e minori siano sulla strada. Se ci sono delle strutture libere a livello statale, è qui che dovrebbero essere assegnate le persone, ma molti non lo vogliono fare per non cambiare città. per quanto riguarda le persone che hanno un lavoro, anche l’economia deve fare i propri compiti. Deeg ha fatto riferimento al buon modello di Graz, ed evidenziato la necessitá di trovare una soluzione a livello europeo con il Ministero dell’Interno. Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha chiarito che ci sono 80 persone in lista d’attesa per avere un tetto per la notte, che non si possono impacchettare e mandare in altre regioni. Se l’assessora è convinta che non bisogna fare altro lo dica apertamente, ma dica anche ai sindaci di non fare gli sgomberi sotto i ponti. Al problema delle persone che dormono per strada non può essere data risposta anno dopo anno. Tra il resto, anche alle situazioni attuali si è arrivati solo dopo proteste, spinte e insistenze: è necessario, invece, pianificare. La mozione è stata votata per parti separate e respinta: le premesse con 11 sì, 16 no e 4 astensioni, il punto (1) con 14 sì, 17 no e 1 astensione, il punto (2) con 13 sì, 17 sì e 2 astensioni, il punto (3) con 12 sì 17 no e 3 astensioni, il punto (4) con 12 sì, 19 no e 1 astensione, il punto (5) con  11 sì, 18 no e 2 astensioni, il punto (6) con 11 sì, 17 no e 4 astensioni.

Alessandro Urzì (L’alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia) ha quindi presentato la mozione n. 150/19: Accesso al Pronto soccorso riservato alle vittime di violenza, con cui evidenziava che la violenza e l'abuso in tutte le sue forme sono condizioni che comportano ricadute importanti sulla salute e sulla percezione di benessere, e che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha indicato come l'abuso fisico e sessuale sia un problema sanitario che colpisce circa un terzo delle donne nel mondo: reati contro minori nonché di abuso, maltrattamenti, violenze, registrano una crescita esponenziale e i casi che emergono rappresentano solo la punta di un iceberg sommerso; secondo le stime del Censis circa due bambini su mille subiscono mediamente ogni anno una violenza fisica o sessuale. Per questo motivo, egli riteneva che l’identificazione di un opportuno percorso di accesso al pronto soccorso riservato fosse obiettivo non differibile per garantire opportuna assistenza medica e psicologica per tutte le vittime di violenza, con particolare attenzione ai soggetti deboli come bambini, donne, anziani e vittime di discriminazioni. Il percorso, ha aggiunto, dovrebbe essere attivo qualunque sia la modalità di accesso al servizio sanitario, sia esso in area di emergenza-urgenza che ambulatoriale o di degenza ordinaria, prevedendo precise procedure di allerta ed attivazione dei successivi percorsi territoriali, nell'ottica di un continuum assistenziale e di presa in carico globale: il personale che opera nel Pronto soccorso dovrà essere in grado di riconoscere le vittime anche quando la violenza non viene esplicitamente dichiarata, e il Pronto soccorso stesso dovrà essere provvisto di un gruppo operativo multidisciplinare, composto da infermieri, psicologi, assistenti sociali e Forze dell'Ordine, che - nel rispetto della riservatezza della persona – sia in grado di dare cura e conforto alla vittima e nello stesso tempo avviare le indagini per identificare l’autore della violenza. Egli ha chiesto quindi di impegnare la Giunta provinciale a prevedere l’attivazione di accessi riservati e protetti nei reparti di Pronto soccorso degli ospedali altoatesini a favore di tutte le vittime di violenza, con particolare attenzione ai soggetti deboli come bambini, donne, anziani e vittime di discriminazioni.
Franz Ploner (Team K) ha ritenuto che la mozione affrontasse una tematica molto importante, spesso trattata come un tabù, e che la violenza su anziani, donne bambini è aumentata negli ultimi anni, tanto che una donna su tre è vittima di violenza fisica, psicologica o in altre forme. gli operatori sanitari sono spesso i primi a constatare gli effetti della violenza su una persona, e possono intervenire precocemente e in maniera discreta. Non si tratta di creare un accesso separato ma di offrire un ambiente discreto per intervenire e sostenere; molti medici sono insicuri in merito all’intervento in queste situazioni. Contenuto e premesse della mozione sono condivisibili, ma la parte deliberante non è una soluzione, importante sarebbe molto più la formazione di medici e operatori sanitari.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha riconosciuto la problematica, ribadendo però la necessità di formare e preparare il personale sanitario e dei servizi sociali.Si è detto certo che se una vittima di violenza viene accompagnata in ospedale non sia costretta ad attendere nel Pronto Soccorso. Le priorità vanno valutate dal medico, un accesso separato non è la soluzione.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha sottolineato che la tematica è importante, aggiungendo che la violenza ha tanti aspetti e non sempre finisce al Pronto Soccorso, e quindi non viene riconosciuta in quanto tale. Tuttavia, quando una persona viene ricoverata in seguito a episodi di violenza si tativa già ora tutto un sistema; la polizia è formata in questo senso, ed è attiva un’apposita rete. C’è però la zona grigia che è molto antecedente.
L’ass. Thomas Widmann ha spiegato che il sostegno sociosanitario delle donne vittime di violenza è ben definito normativamente: è prevista infatti una procedura attiva su tutto il territorio. All’ospedale di Bolzano esiste il progetto “Erika” che offre un accompagnamento alle persone vittime di violenza e funziona molto bene. Le relative delibere risalgono giá a molti anni fa,  e non ci sono criticità. Urzì ha ringraziato i colleghi intervenuti e annunciato un emendamento al fine di garantire percorsi protetti di assistenza e supporto immediati non solo di natura medica a favore di tutte le vittime. Ha invitato a non considerare solo le vittime accompagnate dalla polizia, ma anche quelle che riferiscono di incidenti domestici o altro: dove c’è la percezione che ci possa essere qualcosa di più rispetto alla cura della ferita, bisogna allestire un percorso protetto. 

La seduta prosegue alle 14.30.

MC

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