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29.2, Equal care day - Morandini: “Valorizzare e retribuire equamente il lavoro di cura”

La data “invisibile” che cade una volta ogni 4 anni ricorda il rapporto 1:4 relativo alla suddivisione delle attività di assistenza tra uomini e donne. Morandini: “Necessarie condizioni quadro giuridiche e sociali per un’adeguata distribuzione tra i sessi del lavoro di cura”.

L‘Equal Care Day, che quest‘anno cade il 29 febbraio, è istituito per sensibilizzare sulla scarsa considerazione e l’ineguale distribuzione tra i sessi del lavoro di cura. Che si tratti di attività privata, volontariato o professione, anche in Alto Adige le mansioni di cura vengono esercitate per lo più dalle donne e rimangono in gran parte invisibili, sottopagate o del tutto non retribuite.

Significativa è quindi anche la data scelta per sensibilizzare in merito: il 29 febbraio si verifica solo ogni 4 anni, risultando quindi per ben tre anni “invisibile”, proprio come il lavoro di cura. Il rapporto 1:4, caratteristico degli anni bisestili, corrisponde inoltre a quello della distribuzione delle attività di cura tra i due sessi: un uomo impiega circa 4 anni per compiere la stessa quantità di attività di assistenza che impegna una donna, a livello privato, professionale e di volontariato, in un solo anno. L’Equal care day si celebra comunque anche negli anni non bisestili: in questo caso, la data scelta è il 1° marzo.

L’Equal care day è stato istituito nel 2016 sul modello dell‘Equal Pay Day, che sensibilizza sulla differenza di retribuzione tra donne e uomini. Secondo l’ASTAT, in provincia di Bolzano questa corrisponde al 16,9% nel settore privato: e uno dei motivi della forbice retributiva è proprio il lavoro aggiuntivo di cura, assistenza e occupazioni domestiche che le donne prestano. Questa disparità di trattamento si basa in gran parte su stereotipi di genere ancora esistenti, e ha per le donne conseguenze economiche, e spesso anche di salute, di ampia portata.

“Cura e assistenza dovrebbero essere attività distribuite equamente tra i due sessi e adeguatamente valorizzate”, sostiene la Consigliera di parità Michela Morandini: “Per questo sono necessarie specifiche condizioni quadro, da attuare sia nell’ambito del diritto del lavoro che in quello della politica sociale”.

MC

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