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Osservatorio disabilità: promuovere la partecipazione e l’inclusione digitale delle persone disabili

Le conclusioni del gruppo di lavoro costituito all’interno dell’Osservatorio sui diritti delle persone con disabilità per valutare opportunità e rischi collegati alla digitalizzazione.

La partecipazione digitale è sempre più importante, nella nostra società, ai fini dell’inclusione sociale, perché partecipare significa avere la possibilità di accedere in maniera completa alle infrastrutture e offerte che una società propone. Questa partecipazione porta però con sé opportunità e rischi, in particolare per gruppi di persone vulnerabili come quelle con disabilità.

Per questo motivo, in Germania l’iniziativa Aktion Mensch nel 2019 ha incaricato l’istituto SINUS di eseguire uno studio, ora pubblicato, per indagare le chance e le sfide della digitalizzazione in relazione alla partecipazione sociale delle persone con disabilità. 12 esperti ed esperte di diversi ambiti sociali e 43 persone con diverse disabilità hanno dato i loro pareri e valutazioni sulle possibilità di partecipazione digitale nei diversi ambiti di vita, quali lavoro, formazione, tempo libero e abitare. Dallo studio emerge che le chance che la digitalizzazione offre superano di parecchio i rischi a essa connessi: ciò si deve, secondo i dati raccolti, alle crescenti possibilità di impiegare le tecnologie digitali, in particolare, nei settori lavoro e formazione, con effetti positivi sull’inclusione. A questo scopo è però necessaria anche un’ampia infrastruttura priva di barriere, nonché l’attiva e paritaria partecipazione delle persone con disabilità agli ambiti politico, economico e sociale. Secondo lo studio, infatti, la digitalizzazione è da considerare come parte di un processo di inclusione che riguarda la società intera.

Su questo tema si è confrontato anche un gruppo di lavoro costituito all’interno dell’Osservatorio provinciale sui diritti delle persone con disabilità: i componenti Magda Simone, Dorothea Passler, Marion Hartmann, Benedikt Gasser, Thomas Karlegger e Max Silbernagl ritengono importante, da un lato, evidenziare le opportunità che la digitalizzazione offre alle persone con disabilità e, dall’altro, mostrare quali possibili sfide e ostacoli sono a essa connessi.

Tra le conclusioni del gruppo di lavoro c’è anche la convinzione che in tempi di isolamento la telefonia, le videochat e internet hanno rappresentato una benedizione: grazie agli smartphone e a internet, è stato infatti possibile restare in contatto con altre persone. Un’opportunità particolarmente apprezzata in tempi di coronavirus, quando c’era spesso più tempo a disposizione ma non erano possibili occasioni di contatto. Ma che ne è stato di coloro che hanno bisogni speciali? Delle persone che avevano bisogno di software particolari per accedere – per esempio - a servizi bancari o ad altre commissioni? Queste persone hanno dovuto affrontare una dura prova, che ha messo in luce anche le difficoltà legate alla digitalizzazione: tra queste, la necessità di avere un sostegno per l’installazione di programmi digitali o l’accesso a essi, oppure la difficoltà per persone sorde di seguire resoconti video in internet o di seguire media digitali non sottotitolati. Solo una digitalizzazione attenta e funzionante rappresenta una vera chance per le persone con disabilità.

Un’altra questione analizzata dai componenti e dalle componenti del gruppo di lavoro era se fosse possibile evitare l’accelerazione a volte incontrollata del processo di digitalizzazione. Se questo si è effettivamente verificato nelle prime settimane di lockdown, successivamente si sono invece moltiplicate le richieste di videoconferenze con programmi diversi, il che ha portato a un sovraccarico digitale non di rado collegato con ansia, insicurezza e stress. E questo, nonostante la digitalizzazione sia pensata, idealmente, per facilitare la vita, e non certo per complicarla inutilmente. 

Infine, il gruppo di lavoro ha evidenziato che a fronte di tanti aspetti negativi, la crisi da coronavirus ha portato con sé anche risvolti positivi, quali l’organizzazione di numerose conferenze e occasioni di formazione con persone che intervenivano a distanza, con vantaggi in termini di tempo e costi. Se si prescinde dall’assenza di contatto fisico, questa è un’opportunità da sfruttare anche in futuro.

Il tema della partecipazione digitale avrà sempre più importanza per le persone con disabilità: per questo, il gruppo di lavoro esorta a garantire loro un accesso paritario, tramite opportune misure, a informazione e comunicazione, nonché alle tecnologie e ai sistemi a esse collegate, così come previsto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Questo significa in primo luogo utilizzare le tecnologie digitali per abbattere le barriere negli ambiti della vita quotidiana: a questo scopo, dovrebbe essere introdotto uno standard univoco di accesso facilitato che riguardi sia le videoconferenze che la trasmissione di dati, fino a coprire tutte le altre importanti necessità. I programmi dovrebbero essere utilizzabili con qualsiasi disabilità, e ciò dovrebbe essere preso in considerazione anche dagli attori privati (per es. banche o assicurazioni) nella progettazione e messa a disposizione di servizi digitali per i loro e le loro clienti. Infine, le persone con disabilità dovrebbero essere introdotte nel mondo dei media e delle tecnologie digitali fin dalla prima età scolare, tramite corsi e occasioni di formazione che facilitino la loro partecipazione digitale.

MC

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