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1 maggio: Festa internazionale delle lavoratrici e dei lavoratori

La pandemia frena le pari opportunità sul mercato del lavoro: le proposte di intervento di alcune organizzazioni attive nel sostegno alle donne, di cui fa parte la Consigliera Morandini.

Il 1° maggio, Festa del Lavoro, in tutto il mondo si rammentano i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori: occasione, per alcune organizzazioni attive nel sostegno alle donne (lista a fondo pagina), per porre l’attenzione sulle conseguenze della pandemia sull’occupazione femminile e sulle pari opportunità.

È stato ben presto chiaro  che la pandemia di Covid-19 avrebbe avuto un impatto negativo sulle condizioni di vita e lavoro delle donne: il fenomeno, noto sotto il nome di “She-cession”, ha riportato indietro di decenni le vacillanti conquiste in tema di uguaglianza di genere. I risultati di un sondaggio condotto dal gruppo Manpower in 15 Paesi diversi, con un campionamento di 14.000 lavoratrici e lavoratori, confermano che le donne subiranno le maggiori perdite sia nel breve che nel lungo periodo. I settori più colpiti sono quelli di ristorazione e turismo, amministrazione, tour operator, vendita al dettaglio e intrattenimento. Nel periodo della pandemia ci sono stati però anche settori che hanno visto un aumento della domanda di personale qualificato: si tratta in particolare del comparto dell'alta tecnologia, in cui per esperienza la quota di dipendenti maschi è dominante. Anche se i dati variano da Paese a Paese, quindi, la costante è una: ovunque, sono soprattutto le donne ad aver perso il lavoro.

La pandemia ha messo in luce e rafforzato i fattori inibitori dell'occupazione femminile: ad esempio, durante il periodo della pandemia è aumentata la distribuzione ineguale del lavoro familiare non retribuito. Il 56% delle donne, rispetto al 51% degli uomini, conferma che il tempo dedicato alla cura dei bambini è aumentato. Il 60% delle donne riferisce di un aumento dei lavori domestici. Anche se ci sono studi che dimostrano che le donne, specialmente in tempi di pandemia, forniscono una buona performance in posizioni di vertice e rappresentano un valore aggiunto per l‘azienda, il numero di donne dirigenti è basso. In tale contesto va anche menzionato il Gender Pay Gap, il divario salariale di genere: anche questo è una conseguenza delle complesse condizioni strutturali che penalizzano le donne. Queste condizioni strutturali assieme ad una cultura aziendale misogina fanno anche sì che le donne siano vittime di mobbing sul posto di lavoro più spesso rispetto ai loro colleghi uomini.

La pandemia ha evidenziato con tutta veemenza la disuguaglianza di genere sul posto di lavoro e la conseguente necessità di agire. Le organizzazioni firmatarie colgono l’occasione del 1° maggio per fare richieste chiare:

  1. Stabilire le pari opportunità nel mercato del lavoro come obiettivo trasversale e mettere in agenda politica misure per la promozione dell’occupazione femminile.
  2. Smantellare sistematicamente le condizioni strutturali che portano a condizioni di lavoro diverse. 
  3. Colmare il gap salariale e pensionistico.
  4. Una migliore e paritaria retribuzione per le professioni tipicamente femminili, spesso caratterizzate da una retribuzione inferiore.
  5. Il lavoro familiare non retribuito è in gran parte a carico delle donne: devono essere attuate misure per ridurre il Gender Care Gap per contrastare la ri-tradizionalizzazione dei modelli di ruolo.
  6. Le infrastrutture pubbliche per l'assistenza e la cura dei bambini devono essere ampliate.
  7. I programmi per il superamento degli stereotipi di genere devono essere attuati sistematicamente.
  8. L’istruzione finanziaria delle donne deve iniziare precocemente.
  9. La trasformazione digitale deve andare di pari passo con la promozione delle competenze digitali delle donne.

Le organizzazioni/istituzioni firmatarie:

-        Consigliera di parità, Michela Morandini;
-        Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne, presidente Ulrike Oberhammer;
-        Comitato per la promozione dell’impreditoria femminile, pres. Marina Rubatscher Crazzolara;
-        Alleanza per le famiglie, portavoce Christa Ladurner;
-        Rete Donna Economia, pres. Letizia Lazzaro;
-        Katholischer Verband der Werktätigen KVW, presidente delle donne KVW Helga Mutschlechner Holzer;
-        Katholischer Familienverband Südtirols KFS, pres. Angelika Weichsel-Mitterrutzner;
-        Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi, presidente delle contadine Antonia Egger;
-        Wnet networking women, pres. Marlene Rinner; 
-        ASGB – Unione sindacati autonomi altoatesini, pres. Tony Tschenett.

CP

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