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1° maggio, Festa del Lavoro - Morandini: “Celebrare le conquiste e riflettere sulle sfide del mondo del lavoro”

In occasione della Festa del Lavoro, Morandini ricorda l’obbligo per datori e datrici di lavoro di favorire un ambiente di lavoro integro e sicuro, e invita a promuovere “una cultura aziendale sana, basata su valori etici e sociali solidi”.

Il primo maggio si celebra la Festa dei Lavoratori e delle Lavoratrici, o Festa del Lavoro: ufficialmente proclamata il 20 luglio 1889 a Parigi, essa ricorda la lotta per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e per il miglioramento delle condizioni lavorative. È un’occasione per celebrare le conquiste in ambito lavorativo e, contemporaneamente, per riflettere sulle sfide ancora da affrontare: tra queste, il mobbing, lo straining e la violenza sul luogo di lavoro. 

La Festa dei Lavoratori affonda le sue radici in un periodo turbolento, caratterizzato da manifestazioni per i diritti delle operaie e degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale negli Stati Uniti d’America. Tale data è stata scelta per commemorare i sanguinosi episodi di Chicago: durante uno sciopero durato diversi giorni, indetto dai sindacati americani per celebrare l’ottenimento di un importante traguardo relativo alle otto ore lavorative giornaliere e promuovere l’estensione della legge in tutto il territorio americano, molte persone persero la vita a causa di scontri violenti.

Nel corso del tempo, si sono registrati progressi significativi volti al miglioramento delle condizioni lavorative, e le normative a tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori si sono notevolmente evolute. Tuttavia, continuano ad esistere molteplici sfide che devono essere affrontate nel mondo del lavoro: tra queste, varie forme di vessazione, fino ad arrivare al mobbing. Quest’ultimo, che può manifestarsi attraverso diverse sfaccettature accomunate da condotte violente o insidiose con effetti negativi sulla salute psicologica e fisica delle lavoratrici e dei lavoratori, rappresenta un fenomeno in crescita. Va detto che esso non danneggia solo il singolo, ma è un fenomeno che influisce pesantemente sull’intera organizzazione: tra le conseguenze più frequenti, si riscontrano il calo della qualità del lavoro e l’assenteismo, nonché gli oneri da esso derivanti. Si stima che la produttività della lavoratrice o del lavoratore vittima di mobbing possa calare fino al 70%, incidendo naturalmente su tutta l’organizzazione, sia in termini di costi che di motivazione.

Per questi motivi, azioni di prevenzione sono fondamentali, in un’ottica di tutela nei confronti delle e dei dipendenti, nonché a garanzia dell’organizzazione in sé. L’articolo 2087 del Codice Civile impone alla datrice o al datore di lavoro di adottare misure volte a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale della lavoratrice o del lavoratore: essi hanno il dovere di favorire un ambiente di lavoro sano e sicuro che includa una buona qualità di leadership, una buona gestione dei conflitti, la chiarezza dei ruoli e dei mansionari, nonché una comunicazione efficace. È necessaria anche una politica di tolleranza zero nei confronti di aggressioni, vessazioni e intimidazioni. Altre misure, quali la formazione, possono aiutare nella prevenzione del mobbing.

Dal 2021, è insediato presso l’ufficio della Consigliera di parità il Servizio antimobbing, che fornisce informazioni, consulenze e mediazioni a lavoratrici/lavoratori e datrici/datori di lavoro in situazioni di mobbing, straining e violenza sul posto di lavoro. È un servizio gratuito a cui tutte le cittadine ed i cittadini possono rivolgersi.

In questa importante giornata, possiamo festeggiare le conquiste delle lavoratrici e dei lavoratori, ma dobbiamo contemporaneamente porre il focus su ciò che ancora è da fare: “Dobbiamo concentrare gli sforzi nel perseguire soluzioni concrete che possano creare una cultura aziendale sana, basata su valori etici e sociali solidi”, così la Consigliera di parità Michela Morandini.

MC

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