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Lavori Consiglio: Gender gap previdenziale, adeguamento dell’assegno di cura

Designato il consiglio di amministrazione dell’Ufficio per la formazione politica e la partecipazione. Mozioni di Gruppo verde e Partito Democratico.

La legge provinciale 3 dicembre 2018, n. 22 prevede l’Ufficio per la formazione politica e la partecipazione (articolo 24, comma 5, della legge), con fini di rafforzamento della formazione politica della popolazione, educazione civica, attività informativa e altro. Il plenum ha provveduto oggi a designare il relativo consiglio d’amministrazione: con 29 voti a favore sono stati votati i candidati proposti da ciascun gruppo, vale a dire i consiglieri Zimmerhofer, A. Ploner, Foppa, Scarafoni, Gennaccaro, Widmann, Wirth Anderlan, Repetto, Holzeisen, Bianchi, Mair, e Deeg. Su proposta della SVP, la designazione del comitato scientifico dell’ufficio è stata rinviata  a giovedì.   

È quindi iniziata la trattazione delle proposte dell'opposizione.

Con la mozione n. 26/24: Contro il gender gap previdenziale, il Gruppo verde ha proposto di incaricare la Giunta provinciale 1. di considerare il gender gap retributivo un problema della società nel suo complesso, e quindi di sensibilizzare maggiormente su questo tema; 2. di elaborare un modello di finanziamento per sostenere le famiglie e coppie che possono dimostrare di non svantaggiare economicamente uno dei due elementi della coppia nella fase della costituzione della famiglia/dell’assistenza ai figli/della cura (per esempio: compensazione della perdita di reddito se il part time è svolto da entrambi i genitori oppure se più persone assistono un o una famigliare).
La Süd-Tiroler Freiheit ha ritenuto problematico il punto 2., basato sull’ideologia: le famiglie che “decidono bene” devono essere premiate, le altre no, ma non bisogna punire le giovani famiglie che decidono che una parte della coppia, donna o uomo, stia a casa per gestire un figlio o un famigliare anziano. Lo sviluppo demografico attuale evidenzia un fallimento della politica per le famiglie; inoltre, secondo l’ufficio studi di Mestre, in Italia meridionale ci sono più pensionati che persone attive. Le famiglie vanno sostenute, lasciando libertà di scelta; le madri che fanno la scelta di stare con i figli saranno convinte anche in caso di vecchiaia in povertà della scelta fatta: il sistema, tuttavia, le svantaggia, mentre se si danno i bambini alla Tagesmütter questo viene riconosciuto. Le pensioni medie austriache sono di 1.300 € per le donne e sopra i 2.000 € per gli uomini: bisogna intervenire sui contratti collettivi; problematica è la grande differenza tra le madri dipendenti pubbliche e quelle che sono dipendenti private.
Il Partito Democratico ha ricordato che la Regione può intervenire in materia di previdenza, e che la Provincia ha agito attraverso la Regione introducendo in primis la pensione per le casalinghe. Ma le pensioni sono sempre basse, bisognerebbe agire sulle misure di incentivi alle aziende che favoriscono i congedi parentali, con particolare attenzione ai padri, nonché misure premianti a famiglie in cui i genitori lavorano, anche per evitare lavoro nero. Bisogna inoltre studiare l’esperienza dei Paesi germanofoni, come lo splitting svzzero. Ha sostenuto la mozione.
La SVP ha sottolineato che manca la competenza relativa a pensioni e diritto del lavoro, e ricordato gli interventi a livello regionale a copertura dei periodi di educazione e cura e chiesto come dovrebbe essere il modello di finanziamento proposto. Il tema va discusso seriamente. La situazione diventerà ancora più precaria con il sistema retributivo, proprio per la “trappola” del part-time. La Provincia ha sfruttato i propri spazi di manovra, con l’assicurazione obbligatoria e l’ampliamento del congedo parentale, anche se non si è riusciti ad andare avanti, a Roma, con il disegno di legge relativo al riconoscimento dei periodi dedicati alla cura.
La Freie Fraktion ha detto di non capire chi era intervenuto prima: ricordando una propria proposta passata affinché la donna potesse tra lavorare o restare a casa, con compensazione economica, ha invitato a utilizzare gli spazi di manovra disponibili, e ritenuto che la mozione andasse in questo senso. La libertà di scelta è data solo se si ottiene un sostegno dalla mano pubblica.
Il Gruppo verde ha evidenziato che la pensione media per le donne è di 869 €, quella degli uomini di 1.626: un divario da prendere sul serio. Bisogna fare qualcosa di concreto, prevedendo un modello di finanziamento per risolvere il gap previdenziale. Non bisogna lasciare sole le giovani famiglie e vanno appoggiate non solo le donne, ma anche i padri: tutti i genitori che condividono il lavoro di cura.
Il Team K ha chiarito che tutti vogliono discutere seriamente il tema, e fatto riferimento alle pensioni future che ammonteranno al 60% dello stipendio, invitando le donne a fare i propri calcoli: bisogna fare sensibilizzazione su questo tema, e vedere cosa si può fare in provicnia senza rimandare a Roma. Si può agire in primis per promuovere stipendi adeguati, e va anche detto che tante donne lavorano in mero perché se no non si accede ai contributi.
JWA Wirth Anderlan si è detto favorevole solo al punto 1; il punto 2 prevede limitazioni, mentre ognuno dovrebbe avere la libertà di scelta.
La Giunta ha replicato evidenziando che le responsabilità sono del settore pubblico ma anche dell'economia, e che la copertura in età avanzata dev’essere garantita anche se si sceglie di essere genitori. Le dimissioni nel primo anno di vita del bambino sono prese approfittando di facilitazioni statali e quindi consapevolmente, ma sarebbe opportuno che il datore di lavoro intervenisse con misure conciliative. Alcune misure di copertura sono già previste e saranno portate avanti. In quanto al punto 1., sono state fatte campagne di sensibilizzazione che hanno dato dei frutti, ma è importante sensibilizzare e informare ulteriormente. In merito alle misure integrative, sono già previsti interventi assicurativi per un massimo di 18.000 €, sempre più richiesti, nonché l’assegno famiglia Più, che versa contributi alle famiglie in cui entrambi i genitori si dividono il lavoro di cura, e si continua a promuovere il riconoscimento del lavoro famigliare ai fini pensionistici a livello statale. La Giunta ha quindi accolto il punto 1. Il Gruppo verde ha replicato che la proposta puntava a una condivisione del lavoro di cura, un modello più equo anche per i padri. La mozione è stata messa in votazione (nominale) per punti separati: Le premesse e il punto 2 sono stati respinti a maggioranza, il punto 1 approvato con 33 sì.

Il Partito Democratico ha quindi presentato la mozione n. 69/24: Adeguamento assegno di cura agli stipendi delle badanti, con la quale mirava a  impegnare la Giunta provinciale A. ad operare nell’ambito di questa legislatura, una rivalutazione economica dell’assegno di cura che tenga conto degli aumenti stipendiali delle badanti, per tutte quelle persone che hanno stipulato con l’assistente domiciliare un regolare contratto di lavoro, B. a presentare un piano di investimenti che preveda la costruzione di nuovi alloggi protetti per anziani e di residenze per anziani, con l’obiettivo di abbattere del 50% le liste di attesa, entro la corrente legislatura.

La mozione sarà discussa domani.

La seduta di oggi è terminata. I lavori riprendono domani mattina alle 10.00.

MC

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